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“Drogata in discoteca, non ricordo nulla. Ecco cosa mi hanno trovato nel sangue”, il racconto drammatico dell’influencer Gaia Zorzi

Qui le parole di Gaia, sorella del conduttore ed ex vincitore del GF VIP Tommaso Zorzi

di Paolo Aruffo

Più di 106mila follower su Twitter e 191mila su Instagram. Lei è Gaia Zorzi, che la maggior parte delle persone conosceranno probabilmente perché sorella di Tommaso Zorzi, ex vincitore del Grande Fratello VIP, nonché conduttore di diversi programmi tv. Proprio lei, classe 1998, ha raccontato su Twitter un drammatico episodio di cui è stata vittima qualche anno fa. “Durante il mio secondo anno di università ero uscita con le mie coinquiline per andare a ballare”, ha esordito in un tweet di ieri 10 luglio. Quindi ha continuato: “Stupidamente accettai dei drink da un gruppo di ragazzi che non conoscevo. Era inizio serata (saranno state le 11 di sera) e io da quel momento non mi ricordo nulla. Zero assoluto. A quanto pare ho perso i sensi, è arrivata l’ambulanza fuori dal locale e io mi sono svegliata il giorno dopo alle 13 in ospedale”. Poi Gaia ha continuato a spiegare cos’è accaduto negli attimi successivi e ha citato la “droga dello stupro”. “Grazie al cielo quella sera una delle mie coinquiline non ha lasciato mai il mio fianco, mentre l’altra ha continuato a far serata. Rimase pure in ospedale fino alle sei di mattina (quando poi le dissero che probabilmente mi sarei svegliata tardi e le conveniva tornare a casa). Trovarono nel mio sangue rohypnol, un sedativo conosciuto come “date drug”. Anni dopo questo locale di Maastricht chiuse dopo che questa cosa successe a più ragazze e si scoprì che erano i baristi a vendere queste sostanze ai ragazzi che frequentavano la discoteca”.

Il racconto di Gaia è come quello di altre persone. Lo si evince innanzitutto dai commenti lasciati sotto al post. Come quello di Paolo, che ha scritto che un suo amico fu vittima di un episodio simile: “Lui si svegliò su una panchina. Crede che gli sia stato somministrato per sbaglio, nella convinzione che quel cocktail fosse per una ragazza. Veramente terrificante”, “È accaduto anche a mia figlia in un locale a Roma. Dopo un cocktail ha cominciato a non connettere più. Meno male che il locale era fornito di un’infermeria dove le hanno prestato soccorso e che era con alcune amiche che sono rimaste con lei. Il giorno dopo era ancora intontita”. E ancora: “L’ho visto succedere a un’amica, stessa dinamica: vista chiacchierare con un ragazzo e cominciare a comportarsi in modo totalmente sconnesso: non era sicuramente effetto dell’alcol. L’abbiamo caricata di peso in taxi e su per per quattro piani di scala, in tre. Lei non ricorda NULLA”. Questi drammatici episodi ci riportano alla mente qualcosa di molto simile, che avevamo approfondito diverso tempo fa. In quel caso, però, la droga veniva iniettata attraverso una siringa. Si trattava del Needle Spiking, diffuso specialmente in Inghilterra e in Francia. Le testimonianze da brividi delle giovani vittime avevano dato vita ad una protesta da parte dei coetanei, preoccupati per il repentino dilagare del fenomeno.

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