Il 4 luglio scorso il nuovo direttore della Unità di Informazione Finanziaria (UIF), Enzo Serata, ha presentato la relazione annuale dell’agenzia che si occupa di contrastare il riciclaggio e il finanziamento al terrorismo del nostro paese.
Nel 2022 le segnalazioni di operazioni sospette (SOS) a rischio riciclaggio ricevute dall’Unità sono state 155.426 (+11,4% rispetto al 2021). “Le fattispecie anomale di matrice fiscale continuano a rappresentare circa un quinto del flusso segnaletico complessivo, con un peso di oltre il 25% delle frodi nelle fatturazioni; significativa è anche la percentuale di segnalazioni relative alle anomale cessioni di crediti di imposta ai sensi del cosiddetto decreto Rilancio. Oltre il 18% delle SOS ricevute è risultato collegato alla criminalità organizzata. Le SOS riguardanti il finanziamento del terrorismo sono state 342, in diminuzione del 41% rispetto al 2021”.
Questo per fissare un elemento fondamentale: il riciclaggio non è fenomeno unicamente legato alle mafie. Ma fenomeno di enorme rilevanza, il cui contrasto è strategico per il rilancio dell’economia italiana, collegato a qualsiasi reato di natura dolosa, in particolar modo tutto ciò che concerne i reati tributari, evasioni fiscali, frodi legate al versamento dell’Iva e così via…: “La tendenza crescente del flusso segnaletico – viene specificato nella relazione – non è stata spesso accompagnata da un miglioramento dei suoi contenuti informativi”. Questo riguarda particolarmente le Pubbliche Amministrazioni, in prima linea nel gestire i fondi del Pnrr, avamposti nella prevenzione e contrasto di frodi, doppi finanziamenti, conflitti di interesse, riciclaggio, corruzioni e concussioni.
Il Pnrr è argomento oramai al centro dell’attenzione della UIF. A partire dal mese di maggio 2022 è stato individuato uno specifico argomento per le segnalazioni: il fenomeno PN1 – Anomalie connesse all’attuazione del Pnrr. Nel 2022 l’Unità ha ricevuto 152 segnalazioni di operazioni sospette classificate come attinenti al Pnrr (di cui circa il 27% relative a contesti potenzialmente riconducibili alla criminalità organizzata) per un importo complessivo dell’operatività sospetta segnalata superiore a 264 milioni di euro. Oltre la metà sono state inoltrate dalla Pubblica amministrazione, mentre la parte residua principalmente da banche e Poste.
All’interno della newsletter della UIF del giugno 2023 viene aggiornato il flusso informativo connesso all’attuazione del Pnrr. A fine maggio 2023 il flusso segnaletico classificato con il fenomeno PN1 era salito complessivamente a 274 informative di operazioni sospette. Ancora poche. Per di più segnalazioni, poco tempestive (il 43% viene trasmesso dopo 210 giorni dalla data dell’ultima operazione) e riguardanti il segmento delle agevolazioni alle imprese e non anche quello degli appalti per l’esecuzione di opere o la fornitura di servizi.
Segno che le Pubbliche amministrazioni non sono assolutamente sul pezzo.
Eppure gli indicatori di anomalia suggeriti dalla UIF sono pubblicati. E oltre a quelli nella newsletter si fa riferimento anche ad altre spie che dovrebbero generare la segnalazione da parte della stazione appaltante: la recente costituzione dell’impresa oppure la variazione di sede legale, denominazione, settore di attività, governance in prossimità della richiesta di accesso al finanziamento Pnrr; l’assenza di dipendenti o di sito Internet a fronte di un rilevante fatturato; una tardiva approvazione dei bilanci; catene partecipative opache che impediscono la corretta identificazione del titolare effettivo; collegamenti tra richiedenti diversi che potrebbero sottendere ipotesi di “doppio finanziamento” (ad es. medesimi consulenti, fornitori esteri di servizi, outsourcer, titolari effettivi, indirizzi delle sedi societarie, ecc.).
Grazie al legislatore europeo, tra l’altro, proprio per verificare il corretto utilizzo dei fondi e l’integrità degli enti privati che ne beneficeranno, la Pubblica amministrazione, ha avuto il compito di applicare “uno dei pilastri fondamentali della normativa antiriciclaggio, ovvero il compito di svolgere l’adeguata verifica dei titolari effettivi”. Peccato che, come abbiamo già avuto modo di dire, il registro dei titolari effettivi in Italia di fatto non esiste ancora. Proprio per l’adeguata verifica di chi siano i reali beneficiari dei fondi europei “sarebbe particolarmente utile riconoscere anche alle Pubbliche amministrazioni la possibilità di accedervi”. Perché non solo il Registro non è stato di fatto attuato ma la legislazione italiana non prevede che le Pubbliche amministrazioni possano accedervi.
Le armi ci sono. Ci sarebbero. Alcune sono inutilizzate o utilizzate poco. Altre estremamente efficaci. Altre spuntate.
Ora rimane centrale continuare ad analizzare, cosa che faremo, l’intero arsenale a disposizione degli enti pubblici anche per difendere gli oltre 200 miliardi di euro delle risorse Pnrr. A partire dall’abolizione del reato di abuso d’ufficio, per proseguire con la valorizzazione del protocollo sottoscritto il 4 agosto 2021 dal Ministero dell’Interno e da Ance, l’Associazione Nazionale Costruttori Edili, fino a capire gli effetti nelle aggiudicazioni degli appalti della riforma Cartabia che ha stabilito di non attribuire effetto a tutte le leggi extra penali che equiparano il patteggiamento alla condanna. Un’analisi che ci farà capire da che parte vorrà stare il nostro Paese per i prossimi anni.