Società

Smartphone embargati e una moratoria sul junk food: salviamo i ragazzi dal consumismo sfrenato

Ormai quasi tutti i ragazzi e le ragazze in età sempre più precoce diventano proprietari di un proprio smartphone e ne fanno il proprio principale oggetto coevolutivo, scegliendo di relazionarsi con gli altri attraverso i social media. Una ragazza su cinque e un ragazzo su dieci fa un uso problematico dello smartphone con conseguenze negative sul proprio benessere fisico e psicologico. Per le ragazze aumenta l’uso di alcol e fumo, per i ragazzi il gioco d’azzardo (Dati dell’istituto superiore della sanità).

Una ragazza su due dichiara di non vivere un proprio benessere psicologico mentre il numero di chi durante la settimana più di una volta avverte mal di testa, di stomaco, di schiena, depressione, irritabilità, nervosismo e difficoltà nell’addormentamento non fa che aumentare. Il fenomeno, certo, non si può separare dall’uso massiccio dei cellulari, dei social media o dei videogame (soprattutto per i ragazzi). In contemporanea aumenta il ricorso a farmaci.

Un adolescente su dieci svolge meno di sessanta minuti di attività motoria moderata-intensa, così come raccomandato dall’Organizzazione Mondiale della Sanità. Siamo lontani dalla realizzazione delle raccomandazioni dell’Oms, per cui i giovani tra i 5 e i 17 anni dovrebbero svolgere quotidianamente almeno 60 minuti di attività motoria moderata-intensa, svolgere almeno tre volte a settimana attività fisica intensa e contemporaneamente ridurre i livelli di sedentarietà.

Non va meglio per le attività culturali. La partecipazione alla vita culturale fuori casa e la frequentazione di biblioteche continua a essere bassa e inferiore a quella prima della pandemia e si riduce il numero di persone che leggono almeno quattro libri all’anno.

Anche queste tendenze non sembrano indipendenti dal facile e comodo rifugio nella vita virtuale, sia per gli adulti che per i giovani, un rifugio che si impone per ogni nostro momento di noia, per ogni nostro desiderio di svago. Nell’anno scolastico 2021/2022 le competenze dei ragazzi della classe terza della scuola secondaria di primo grado non recuperano dopo il peggioramento degli anni di pandemia. Quattro adolescenti su dieci non raggiungono livello di competenza linguistica, di scrittura e di comprensione così come per le competenze di calcolo e di logica, in netto peggioramento rispetto ai dati pre-pandemici.

Non va meglio l’alimentazione dei giovani. Le bibite zuccherate/gassate sono consumate una volta al giorno e la scuola incide tanto in una alimentazione da junk food promuovendo la politica dei distributori automatici che invadono i corridoi e gli atri delle scuole.

La maggioranza degli adolescenti non ama la scuola. Apprezza la scuola solo uno su dieci, percentuale che scende tra a uno su venti tra i 15enni. E sebbene gli insegnanti vengono percepiti come inclusivi per più della metà dei ragazzi, i docenti sono gli ultimi nella scala della fiducia rispetto ai genitori e agli amici, che sono in cima alla classifica.

Tutto questo porta a una diagnosi evidente: abbiamo creato un precoce esercito di giovani consumatori, fragili e disattenti, pronti ad acquisti compulsivi e continui. Un destino già scritto dalla nostra società adulta e dai nostri comportamenti che le nuove generazioni imitano. Promuovere un consumismo sfrenato tra chi è in fase evolutiva deve indignarci. Dovremmo fare scelte radicali per invertire la rotta. Come una moratoria dei distributori automatici di junk food e bibite gassate nelle scuole e un obbligo di disconnessione, con embargo degli smartphone, in ogni scuola di ordine e grado, all’università, nei luoghi di cultura.

Senza queste drastiche scelte non si dà la possibilità di soffermarsi, di avere il tempo e lo spazio per posarsi su contenuti complessi, di contemplare, di allenarsi alla concentrazione, alla consapevolezza, figuriamoci al pensiero critico e costruire relazioni significative e affettive. Rigenerare corpo e mente, disintossicarlo da una società schiava del produttivismo e consumismo sarebbe l’effetto che rallenterebbe questa folle corsa lungo la strada della devastazione del pianeta e delle disuguaglianze, oggi che la forbice tra ricchi e poveri non è mai stata così ampia.