“Per la cura, occorre innanzitutto, agire rapidamente per avere più possibilità di accelerare la guarigione e ridurre la durata e le complicazioni della malattia. I trattamenti previsti per la sindrome sono come prima scelta l’infusione per via endovenosa di alte dosi di immunoglobuline, contenenti anticorpi provenienti dal sangue di donatori sani. L’obiettivo è bloccare l’azione degli anticorpi che danneggiano i nervi”, spiega l’esperto. “Si può anche scegliere com trattamento la plasmaferesi. Questa consiste in un prelievo di sangue per poi separare la parte liquida (plasma) dalla parte cellulare che viene poi reinfusa nel corpo; la sua efficacia nella sindrome di Guillain-Barré è dovuta all’eliminazione dal sangue degli anticorpi che contribuiscono a danneggiare i nervi periferici”.
Infine, sono previsti alcuni interventi dopo la fase acuta, a seconda del decorso che ha avuto la malattia. “È opportuno che la persona segua una terapia di riabilitazione multidisciplinare, dalla fisioterapia alla logopedia,”, sottolinea Calabresi, “perché spesso permangono serie difficoltà di linguaggio e di deglutizione; ma anche un consulto dietologico per garantire il corretto supporto nutrizionale dopo l’eventuale nutrizione parenterale. E infine un supporto psicologico, individuale e familiare”.