La procura militare di Napoli ha chiesto il processo per Roberto Carpinelli, comandante della fregata Martinengo durante la missione anti pirateria nel Golfo Persico tra agosto e dicembre 2021, e di due sottocapi in servizio sulla stessa unità dopo un’inchiesta, condotta dal procuratore Roberto Barone, su episodi di molestie sessuali, insulti e minacce, avvenuti a bordo nella nave della Marina militare italiana nel corso della missione internazionale che ha avuto luogo nei pressi delle coste africane, in cui donne e uomini erano diventati bersaglio di violenze e umiliazioni provenienti dalle persone indagate.

L’accusa principale nei confronti di Carpinelli – racconta la Gazzetta del Mezzogiorno – ruota attorno alla denuncia di una donna che ha raccontato di aver subito quotidianamente molestie sessuali e veementi palpeggiamenti nelle parti intime, fino ad essere umiliata attraverso il lancio di frutta di fronte agli altri colleghi nel corso delle pause pranzo. La donna veniva chiamata col nome di “Desi”, un appellativo che al comandante ricordava una sex symbol di un famoso telefilm. La donna però non sarebbe l’unica persona ad aver subito molestie a bordo della nave: altre denunce sono arrivate da militari che hanno riferito di essere stati ripetutamente offesi. Sarebbero stati presi di mira anche alcuni commilitoni appartenenti al cosiddetto “quadrato militare”, dove pranzano i più alti di grado che avrebbero subito epiteti come “rincoglioniti”, “handicappati” e “storpi”, e poi lanci di arance, “tappi di sughero e di metallo, con l’intento di farli cadere mentre portavano i vassoi dei pasti” scrive la Procura.

Altre donne avrebbero invece subito ulteriori molestie sessuali e palpeggiamenti, a tal punto che una di loro è stata costretta a dichiararsi omosessuale per sfuggire alle attenzioni non desiderate del superiore. Questa finta dichiarazione avrebbe però suscitato una reazione ancor peggiore nel comandante, che nei suoi atti di molestia è arrivato a bloccarla in un angolo della mensa tentando di tagliarle i capelli con un paio di forbici, fino a quando la ragazza si è accasciata a terra esausta per lo sforzo di difendersi. Gli obiettivi non sono stati solo donne, ma anche diversi ufficiali, sottoufficiali e militari truppa uomini, hanno riferito di aver subito vessazioni, insulti e maltrattamenti fisici.

Nell’inchiesta sono stati coinvolti anche due sottocapi, entrambi in servizio nelle cucine della Martinengo, accusati di aver molestato verbalmente e fisicamente alcune colleghe e un altro marinaio omosessuale, al quale si sono rivolti più volte con l’appellativo di “frocio bastardo”, chiedendogli prestazioni sessuali e simulando, alle spalle e contro la sua volontà, atti sessuali penetrativi con un ortaggio.

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