Ignazio La Russa “è la seconda carica dello Stato” e “per questo” sarebbe stato “più opportuno il silenzio nei confronti di una ragazza che sta denunciando una violenza”. Le parole usate da Giorgia Meloniche ha preso le distanze dal presidente del Senato per le sue frasi sulla vicenda dell’indagine che coinvolge il figlio – danno il liberi tutti nella maggioranza. E così il vice-segretario della Lega Andrea Crippa ‘scarica’ La Russa e le sue specifiche sull’assunzione di cocaina da parte della ventenne. Argomenti e parole assai vicini a quelle usate dalle minoranze che da un partito di maggioranza.

“Io sarei molto più cauto – ha detto in un’intervista all’HuffPost – Penso che bisogna affidarsi alla giustizia. Non credo che se il figlio di La Russa è innocente ci sia una macchinazione contro di lui per colpire il padre o il governo. Anche perché le ipotetiche o potenziali colpe di un figlio non possono ricadere sul padre, sul presidente del Senato. Per questo, a maggior ragione, consiglierei il silenzio e mi affiderei al lavoro dei magistrati”.

Non solo un alt ai toni del presidente del Senato, però. Il numero due del Carroccio smonta la “teoria del complotto” di FdI in relazione alle indagini che coinvolgono Leonardo Apache La Russa, la ministra Daniela Santanchè e il sottosegretario alla Giustizia Andrea Delmastro: “Posso capire che quando arrivano indagini della magistratura proprio nel momento in cui si tenta di fare la riforma della giustizia possano nascere dei sospetti. Però se si osservasse con freddezza la questione, se si analizzassero i casi Santanchè e La Russa, si arriverebbe alla conclusione che non c’è alcun complotto in atto”.

Quindi Crippa ha invitato gli alleati di governo ad aspettare “serenamente le conclusioni”. Anche perché, ha aggiunto, “noi promuoviamo la riforma non contro i magistrati, ma per aumentare l’efficienza della magistratura e dunque venire incontro alle istanze legittime e sacrosante dei cittadini. Per questo uno scontro tra politica e giudici rischia di condurre a un immobilismo bloccando le modifiche attese da decenni”. Ed è “per la stessa ragione che la Lega chiede di abbassare i toni”. Insomma: “Basta scontri e polemiche. Tanto più che non vedo un complotto dei magistrati contro il governo”.

Anche perché lo scontro, secondo Crippa, rischia di far apparire la riforma della giustizia come una vendetta. Assai tiepida anche la difesa di Santanchè, a conferma di un certo nervosismo dentro il Carroccio: “È stata coraggiosa ad affrontare l’Aula per spiegare le sue ragioni. E fino a prova contraria per noi è innocente: siamo garantisti, in più troviamo anomalo, al pari di Meloni, che l’avviso di garanzia sia stato recapitato a un giornale e non alla diretta interessata”. Fin qui, la difesa d’ufficio.

Poi però il vice-segretario della Lega specifica: “Ma nel momento in cui dovessero emergere da parte della magistratura delle evidenze su quello che è stato denunciato da alcuni dipendenti della Santanchè, è chiaro che mi aspetto che la diretta interessata se ne assuma la responsabilità”. In caso di rinvio a giudizio, insomma, la ministra per la Lega sarebbe in bilico: “Per noi si è innocenti fino a sentenza di terzo grado. Se però si dovesse valutare da parte del presidente del Consiglio l’inopportunità della permanenza della Santanchè nel governo, ne prenderemo atto. L’importante è che ci sia un’interlocuzione chiara tra Meloni e la sua ministra”.

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