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“Ma voi lo sapete quanti sono 10 secondi?”: il trend virale sui social dopo il caso del bidello assolto per la “palpata troppo breve”

La sentenza ha suscitato molto clamore e sui social è scoppiata l'indignazione: tutto è partito dall'attore Paolo Camilli, che in un reel ha "simulato" una palpata di 10 secondi non consensuale

di F. Q.

Nell’aprile del 2022 ha palpeggiato una studentessa, che lo ha denunciato. Ma il responsabile del gesto, un bidello di un istituto scolastico romano, accusato di violenza sessuale, è stato assolto perché secondo i giudici il palpeggiamento (che è avvenuto a tutti gli effetti) non è stato abbastanza lungo. Infatti è durato “solo” tra i 5 e i 10 secondi. Un tempo che sembra infinitesimale, ma che invece non lo è. Come ha cercato di spiegare l’attore Paolo Camilli, che sul suo profilo Instagram, ha riprodotto in un reel la “palpata breve”, ovvero il contatto fisico che non si protrae per più di 10 secondi, dando vita a un trend Ma voi lo sapete quanti sono 10secondi?, che nel giro di pochissimo è diventato virale. “Se non è una molestia questa, boh. Ma soprattutto chi li conta? Ci sta Dobby l’elfo col cronometro ogni volta?”, ha commentato Camilli con la consueta ironia mista, in questo caso, ad indignazione.

Secondo i magistrati, è stata proprio la breve durata del palpeggiamento messo in atto dal bidello a “scagionare” l’uomo, visto che la “repentinità dell’azione, senza alcuna insistenza nel toccamento” non consente di “configurare l’intento libidinoso o di concupiscenza generalmente richiesto dalla norma penale”, si legge nella sentenza. In poche parole, per i giudici l’atto è durato troppo poco per dimostrare la violenza. Si è trattato di una manovra “maldestra ma priva di concupiscenza”, hanno dichiarato sempre i magistrati della quinta sezione del Tribunale Penale di Roma.

La sentenza ha suscitato molto clamore, soprattutto tra gli utenti sui social, che con il trend partito da Camilli hanno provato a dimostrare quanto invece siano effettivamente lunghi quei dieci secondi, soprattutto quando si tratta di un tempo che circoscrive un’azione subita contro la proprio volontà. Dopo l’attore, anche il content creator e attivista Francesco Cicconetti ha replicato il format mostrandosi con un cronometro, seguito poi da moltissimi altri utenti su Instagram e TikTok, tutti accomunati dall’intento di sensibilizzare l’opinione pubblica su una vicenda (e su una sentenza) che compie un grande passo indietro, scoraggiando le vittime di molestie a fare quello che da sempre ci dicono sia giusto fare: denunciare.

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