Il Parlamento europeo ha dato il via libera al mandato per iniziare i negoziati relativi alla direttiva sulla lotta alla violenza contro le donne e contro la violenza domestica, in vista del confronto con il Consiglio europeo che si aprirà domani 13 luglio. Tra le misure approvate dal Parlamento una definizione di stupro basata sul consenso, che vada maggiormente nella direzione di tutelare le vittime: “Il sesso senza consenso è stupro. Un concetto chiaro, fondamentale, che non ammette eccezioni né sfumature. A partire da questo principio in questi mesi di lavoro ci siamo poste l’obiettivo di reagire alla violenza contro le donne, di dotarci di strumenti più adeguati ed efficaci per contrastarla in ogni sua forma ed espressione, di sostenere le donne e di abbassare fino a quota zero la soglia di tolleranza di comportamenti maschili violenti. Da qui nasce il lavoro comune del Parlamento europeo sulla direttiva contro la violenza di genere. Un percorso che oggi ha segnato un’altra tappa significativa”, ha dichiarato Pina Picierno, vicepresidente del Parlamento europeo ed eurodeputata del Pd.
Il mandato del Parlamento, elaborato dalle Commissioni per le libertà civili e per i diritti delle donne, chiede inoltre di inserire un numero maggiore di circostanze aggravanti per i reati di violenza sessuale, tenendo presente i casi che provocano la morte o il suicidio, quelli legati alla volontà di preservare o ripristinare “l’onore” del responsabile e quelli messi in atto verso una figura pubblica. Nella valutazione delle circostanze aggravanti dovranno essere considerate le situazioni personali della vittima, come disagio psicologico, gravidanza, o l’essere già vittima di tratta di esseri umani. Norme più severe anche per quanto riguarda il fenomeno del revenge porn, che verrebbe classificato come “molestia informatica”. Si prevede infatti di includere nella definizione di “materiale intimo” che non può essere condiviso senza consenso anche foto e video di natura non sessuale. Secondo quanto sancito dall’Aula di Strasburgo, i Paesi membri dell’Ue dovranno poi garantire alle vittime assistenza legale gratuita in una lingua a loro comprensibile, impegnandosi a raccogliere le prove il più rapidamente possibile.
Evin Incir, relatrice della Commissione per le libertà civili al Parlamento europeo, si è espressa in sostegno di una legislazione più severa in materia, portando ad esempio il caso della Svezia, dove dall’approvazione della legge sul consenso le condanne per stupro “sono più che raddoppiate”. “Le norme sul reato di stupro rappresentano una linea rossa per il Parlamento europeo” – ha affermato l’europarlamentare – “e una direttiva che si batte contro la violenza sulle donne e la violenza domestica che non includa lo stupro non raggiungerà l’obiettivo. È un messaggio importante che gireremo al Consiglio: solo un sì è un sì”.
“I negoziati con il Consiglio dell’Ue, che prenderanno il via domani, saranno molto impegnativi” – ha aggiunto Frances Fitzgerald, relatrice della Commissione per i diritti della donna – ” la maggioranza degli Stati membri non vuole inserire lo stupro nella direttiva” , ha spiegato, ma “noi riteniamo che il reato di stupro sia così insidioso e persistente in tutta Ue che dovrebbe essere incluso”.