È terminato alle 15 lo sciopero nelle ferrovie che ha coinvolto il personale di Trenitalia e Italo. La Filt Cgil riferisce di “altissime adesioni tra tutti i lavoratori con tante cancellazioni tra i treni non garantiti e ritardi tra quelli che sono circolati”. Fonti sindacali parlano di un’adesione media nazionale allo sciopero dell’80% con punte fino al 100%. Ma la mobilitazione porta con se anche strascichi polemici dopo che la durata, inizialmente fissata in 24 ore, è stata dimezzata per effetto della precettazione disposta dal ministro dei Trasporti Matteo Salvini. La precettazione è arrivata solo all’ultimo secondo nonostante lo sciopero fosse stato proclamato oltre un mese fa. “Abbiamo fatto ricorso al Tar perché la precettazione è stato un errore clamoroso, noi abbiamo rispettato le leggi”, ha detto il segretario generale della Cgil, Maurizio Landini. “Le aziende e il governo – ha aggiunto Landini – hanno avuto due mesi di tempo e non hanno fatto nulla, noi non avevamo altri strumenti.

“Capisco e sostengo i diritti delle migliaia di lavoratori del comparto ferroviario ma non si potevano lasciare a terra milioni di lavoratori. Ho chiesto di dimezzare, i sindacati non lo hanno fatto, ho precettato”, ha detto stamane Salvini, aggiungendo: “Sono assolutamente orgoglioso di aver permesso a milioni di italiani di non rimanere a piedi”. I ferrovieri protestano per il rinnovo del contratto del settore. “I contratti nazionali, aveva spiegato Claudio Tarlazzi, segretario generale della Uiltrasporti, devono recuperare il potere d’acquisto perso in questi anni. Queste sono le motivazioni degli scioperi: lo sciopero del 15 sull’handling aeroportuale come quello su Ntv, perché noi vogliamo il rinnovo di un contratto che porti salario e condizioni migliori per le persone, che faccia recuperare poteri di acquisto alle persone. Non è colpa loro se l’inflazione sta erodendo i salari. Altrettanto su Trenitalia: le condizioni di lavoro in questa azienda stanno peggiorando e nonostante abbiamo chiesto all’azienda di intervenire, non abbiamo ancora visto misure concrete”. Pochi giorni fa l’Ocse ha rilevato come l’Italia sia “il paese che ha registrato il calo dei salari reali più forte tra le principali economie. Alla fine del 2022 i salari reali erano calati del 7% rispetto al periodo precedente la pandemia. La discesa è continuata nel primo trimestre del 2023, con una diminuzione su base annua del 7,5%”.

Dopodomani intanto è in programma lo sciopero dei servizi di terra aeroportuali. “Stiamo lavorando anche su questo, già la settimana prossima è convocato un tavolo tra azienda e lavoratori”, ha detto Salvini in mattinata. “Conto sul buon senso anche su quello, per gli italiani per i tanti turisti perché questa sarà una stagione straordinaria e non può essere rovinata da scioperi su scioperi”, ha sottolineato il ministro, aggiungendo: “Anche qua sono sei anni che non c’è un contratto, stiamo recuperando anni e anni di arretrati e ritardi sui contratti e sui cantieri”. In realtà ieri l’incontro convocato da Salvini si è concluso con un nulla di fatto, portando alla conferma della mobilitazione. Ita Airways ha già annunciato possibili ritardi e cancellazioni per 133 voli. “Lo sciopero è un diritto sacrosanto e va rispettato. Non diventi però un far-west”, commenta Arrigo Giana, presidente di Agens, l’associazione dei trasporti di Confindustria.

“Si scrive Salvini, si legge cialtrone: ha dichiarato tronfio di essere davvero orgoglioso di aver precettato i lavoratori del settore trasporti impedendogli di scioperare. Orgoglioso di che? Orgoglioso di aver limitato un diritto di livello costituzionale? Salvini sapeva dal giorno 8 giugno che ci sarebbe stato lo sciopero dei lavoratori dei trasporti. E che ha fatto? Nulla”.
Il segretario nazionale di Sinistra Italiana Nicola Fratoianni commenta così su Facebook la decisione del ministro dei Trasporti.

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