Gli effetti dell’anticiclone africano sull’Italia non accennano ad attutirsi. Anzi, tra il fine settimana e i primi giorni della prossima è possibile un ulteriore peggioramento. Se con gli strumenti della missione “Sentinel-3” del programma Copernicus, l’Agenzia spaziale europea (Esa) ha realizzato una grafica che mostra come, tra il 9 e il 10 luglio, sotto l’influenza dell’anticiclone Cerbero, la temperatura del suolo abbia raggiunto i 47 gradi in Puglia e in Sicilia e fino ai 50° tra i versanti orientali dell’Etna, non è detto che si sia trattato dei picchi dell’estate. Secondo il meteorologo Andrea Giuliacci il fine settimana “sarà bollente con le temperature percepite che in alcuni casi potrebbero avvicinarsi pericolosamente ai 50 gradi”. Sarà un “caldo opprimente – aggiunge Giuliacci – ma il peggio arriverà all’inizio della settimana prossima quando sarà maggiore la probabilità che siano percepiti davvero i 50° soprattutto nelle zone interne del Centro e del Sud”. Poi si vede la possibilità di “una parziale tregua intorno al 20 luglio” ma “potrebbe essere solo temporanea perché luglio promette ancora tanto caldo”.

Secondo l’Esa, i record raggiunti potrebbero essere ulteriormente superati entro la fine dell’estate: per il prossimo 18 luglio le proiezioni delineano un’ondata di calore “statisticamente fuori norma rispetto alle serie storiche”, con molte città del Centro-sud che potrebbero vedere i valori massimi di temperatura mai raggiunti. Attualmente i dati prevedono una temperatura massima di 43°C a Roma (dove il record è di 40°C), 42°C a Firenze, 41°C a Bologna, 38-40°C sulla Pianura Padana, lungo le coste adriatiche, e fino a 47°C in Sardegna. Già da sabato 15 luglio le città da bollino rosso secondo le indicazioni del ministero della Salute passeranno da 10 a 16. Massimo livello di rischio per la popolazione, dunque, a Bologna, Campobasso, Firenze, Frosinone, Latina, Perugia, Pescara, Rieti, Roma e Viterbo, Bari, Cagliari, Messina, Pescara, Catania e Civitavecchia.

Questo scenario non sarà isolato, ma rappresenterà piuttosto il culmine di una lunga fase di transito di aria rovente dal deserto del Sahara fino all’area mediterranea. E se l’ultimo aggiornamento dell’osservatorio europeo Copernicus ha indicato il mese di giugno come il più caldo a livello globale, con poco più di 0,5 gradi al di sopra della media 1991-2020, un recente studio di Nature afferma che il Paese europeo in cui si muore di più per il caldo è proprio l’Italia, con 295 decessi dovuti al caldo per milione di abitanti, parecchio al di sopra della media europea che si attesta intorno ai 114 per milione. Nella stagione estiva del 2022 l’Italia ha infatti registrato la più alta mortalità per caldo del Vecchio Continente, dove tra il 30 maggio e il 4 settembre 2022 si sono registrati 61.672 decessi legati al caldo eccessivo, di cui 18.010 nel nostro Paese, che ha visto le temperature aumentare di circa 2,28º C rispetto alla media storica.

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