Non sono mancate le reazioni del mondo dell’industria dei soft drinks. Per esempio, Frances Hunt-Wood, dell’Associazione internazionale dei dolcificanti (Isa), ha dichiarato alla Reuters che la “Iarc non è un’agenzia per la sicurezza alimentare, e la sua revisione dell’aspartame non è scientificamente comprensiva ed è basata pesantemente su ricerche ampiamente screditate”, mentre Kate Loatman, del Consiglio internazionale delle associazioni delle bevande, ha affermato che l’opinione della Iarc “potrebbe indurre senza motivo i consumatori ad assumere più zuccheri invece di scegliere opzioni sicure senza o con pochi zuccheri”. Il consiglio finale? Nell’attesa, quello del buon senso o, meglio, del principio di precauzione tanto caro al mondo medico-scientifico: nel dubbio (e ce ne sono tanti), meglio evitare di assumerlo.

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Aspartame “possibile causa di cancro”, l’Oms classifica il dolcificante come sostanza cancerogena: ecco perché e dove si trova

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