Gli studios hollywoodiani sono “avidi”, “disgustosi” e “si devono vergognare”. Sta facendo il giro del mondo il discorso tenuto dall’attrice Fran Drescher, leader del movimento sindacale degli attori SAG-AFTRA che ha iniziato a scioperare assieme al sindacato degli sceneggiatori WAG contro le grandi major del settore come Disney, Apple, Warner, Netflix, Paramount, Amazon, Sony. L’interprete del sit-com La Tata è apparsa visibilmente arrabbiata e scossa. “Quello che succede qui è importante perché quello che sta accadendo a noi sta accadendo in tutti i campi del lavoro, quando i datori di lavoro fanno di Wall Street e dell’avidità la loro priorità, dimenticano i contributori essenziali che fanno funzionare la macchina”.
Il tiro ad alzo zero contro gli studios non si ferma qui: “Noi siamo le vittime qui. Siamo vittime di un’entità molto avida. Sono scioccata dal modo in cui le persone con cui lavoriamo (con sui siamo in “affari” dice in originale, ndr) ci trattano”. Poi l’affondo, che sembra uscito da una lotta di classe di fine Ottocento: “Non posso crederci, francamente, quanto siamo distanti su così tante cose. Come invocano di essere in povertà o che stanno perdendo denaro a destra e a manca quando invece danno centinaia di milioni di dollari ai loro amministratori delegati. È disgustoso. Che si vergognino. Stanno dalla parte sbagliata della storia”.
Drescher aveva la voce che le tremava mentre analizzava il cuore della grande mobilitazione, l’avvento dell’intelligenza artificiale e della sostituzione dell’uomo con la macchina: “L’intero modello di business modificato streaming digitale, IA. Questo è un momento della verità. Se non ci alziamo a protestare ora finiremo nei guai, ci faranno fallire, finiremo tutti nei guai e il grande capitale di Wall Street ci sostituirà con delle macchine artificiali”. Infine la chiosa che va ben oltre Bernie Sanders qualunque: “Noi siamo i lavoratori e insieme domandiamo rispetto. L’economia senza di noi non esiste”.
Sono decine, se non centinaia, le reazione positive di attrici e attori al discorso infuocato dalla ex Tata della tv. E il Guardian non perde l’occasione per fare della oggi 65enne Drescher, presidente del sindacato da tre anni, la solita figurina cliché da pasionaria. Scrive il quotidiano inglese: “Drescher ha espresso a lungo preoccupazioni sulla derive delle grandi aziende in generale sottotitolando foto sui social con slogan come “fermiamo l’avidità capitalistica ora!”. Nel 2017 il New York Magazine titolava: “La tua nuova icona anticapitalista preferita è Fran Drescher”. Lei stessa si descrisse come “anticapitalista”: “Non sono contraria al fare soldi, non fraintendermi. Non credo che fare soldi sia una brutta cosa, di per sé. Ma deve essere calibrato all’interno dello spettro di ciò che è un vero valore etico e morale”.