A Capri apre Zuma, il ristorante fusion/chic più trendy e stellato del Mediterraneo. Red carpet di celebrities da Nomad e Laura Trisorio
Tanta magnifica gente sulla terrazza spalancata sul golfo del Capri Palace Jumeirah con la palla infuocata del tramonto che entra nella flute di champagne millesimato. E’ il banchetto dei sensi comincia la processione di finger food e cruditè serviti con rigore zen, talmente belli da vedere che dispiace quasi mangiarli. Zuma è un’esperienza multi sensoriale. Doppia ouverture, una per le istituzioni, l’altra per vip e celebrities, tra cui le principesse del Qatar. I comuni mortali dovranno prenotare l’anno prossimo visto che non si trova posto fino a settembre. E intanto il direttore generale Ermanno Zannini promette altre meraviglie.
L’arte è diventata il superpotere del nostro tempo e inaugura Nomad (seconda edizione) nella cinquecentesca Certosa, esposto il meglio del design di tutto il mondo. Le macchine da fitness di Tecnogym diventano oggetti da salotto e recupero etico per il concept “Altre Forme Blu di Prussia” che trasforma le scocche di Ferrari e altri scarti industriali in installazioni.
Francesco Vezzoli incontra Mimmo Jodice nella galleria di Laura Trisorio: sculture del primo e le foto del secondo in dialogo sulla classicità sfregiata. A terra un tappetto rosso per immaginare un “Cinema Tiberius”, in bacheca le locandine di film Kolossal della romanità, rilette da Vezzoli secondo la sua cifra delle lacrime. Lacrime di sangue, di serpenti e di perle rigano i volti delle attrici di un tempo.
Si respirava aria da dolce vita dalla stilista Luisa Beccaria, che in un colpo solo ha vestito en fleur due principesse reali all’incoronazione di Re Carlo e al marriage della figlia del re di Giordania. In piazzetta festeggiava con tarantelle e tammuriate l’ouverture di stagione del suo atelier/salotto con la principessa reale Elena von Hessen.
Mentre il ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano inaugurava Via Krupp, un sentiero di roccia fatto a serpentina all’ombra dei Faraglioni: “ Un regalo al mondo. E’ un’opera d’arte, a tanti di noi ricorda le passeggiate della gioventù’”. Alfred Friedrich Krupp, l’industriale tedesco dei cannoni, sbarco’ a Capri nel 1898 per trovare pace e amore, fu il suo omaggio a tanta bellezza. Lo fece costruire in un paio d’anni.
E’ la Capritudine, bellezza. Ma è anche un libro. Capritudine: modi e mode dell’isola azzurra (edizione La Conchiglia) di Renato Esposito, tra i relatori Alberto Lucarelli, uno dei massimi costituzionalisti. E Capri meriterebbe proprio una sua “ costituzione” per salvarla dal distrutturismo di massa.
Capritudine è un ossimoro, una melanconia gioiosa, il filo conduttore che ha reso l’isola più famosa del mondo un palcoscenico fantastico e iridescente. Un mito dentro il mito. Ma anche un viaggio nei gironi di vizi e virtù per descrivere con ironia e sarcasmo il cambiamento di un luogo icona del glamour. Poetici i disegni dell’illustratore romano Fabio Finocchioli per ricordarci una Capri vintage.