“Il governo deve fermarsi, è in gioco la credibilità delle nostre istituzioni”. Il Movimento 5 stelle attacca l’Esecutivo che sulla giustizia ha “superato ogni limite di decenza“. A scendere in campo sono i rappresentanti del M5S nelle commissioni Giustizia della Camera e del Senato, tra loro anche i due ex magistrati antimafia Federico Cafiero De Raho e Roberto Scarpinato. “Dal giorno del suo insediamento il ministro Nordio inonda il Paese di annunci e intenti che si traducono in durissimi colpi ai pilastri del controllo di legalità. Parole in libertà che indeboliscono i migliori strumenti che abbiamo per contrastare ogni forma di malaffare o in ogni caso la credibilità della nostra Giustizia”, sottolineano in una nota Stefania Ascari, Anna Bilotti, Federico Cafiero De Raho, Valentina D’Orso, Carla Giuliano, Ada Lopreiato, Roberto Scarpinato e la coordinatrice del comitato Giustizia del M5s Giulia Sarti.

Una situazione che “negli ultimi giorni è definitivamente degenerata“, ribadiscono. Nordio e “altri esponenti dell’esecutivo e della maggioranza annunciano ai quattro venti una separazione delle carriere pensata contro i magistrati ma che andrebbe contro l’interesse dei cittadini, una revisione del concorso esterno in associazione mafiosa, persino la messa in dubbio dell’obbligatorietà dell’azione penale“. Tutto questo “dopo la presentazione di un ddl che cancella il contrasto agli abusi di potere, tra lo stupore dell’Unione Europea e di tanti esperti ascoltati in audizione in Parlamento e con l’evidente preoccupazione di altre istituzioni repubblicane”. Uno “scempio” viene definito dagli esponenti del Movimento che mettono in evidenza anche la spaccatura interna alla maggioranza: “Dal centrodestra c’è chi dà manforte al ministro e chi lo smentisce con imbarazzo e timidezza”. “L’Italia non merita tutto ciò, i cittadini e la nostra democrazia hanno bisogno di una giustizia solida, autorevole, in grado di riparare i torti e garantire i diritti di tutti. Il governo deve fermarsi, è in gioco la credibilità delle nostre istituzioni“, concludono.

Se dall’opposizione da un lato arriva la presa di posizione dura e netta del Movimento 5 stelle, dall’altro c’è chi invece è pronto a “sfidare” il governo “ad andare avanti” per “vedere se fa sul serio”. In un costante avvicinamento alle posizioni della destra, Matteo Renzifresco di ingresso in commissione Giustizia al Senato (dopo aver sostituito il collega Ivan Scalfarotto) – su Twitter annuncia di essere pronto a “combattere” proprio dalla commissione di Palazzo Madama. “La riforma della giustizia serve oggi più che mai“, scrive Renzi che si dice “non interessato” a discutere di “singoli temi” che reputa comunque “importanti” elencando “l’abuso d’ufficio, la carcerazione preventiva, le intercettazioni, il traffico di influenze, la tipizzazione del concorso esterno“. “Tutte scelte rilevanti, per carità, – aggiunge – ma secondarie rispetto al vero problema“. Il nodo da affrontare per il leader di Italia viva rimane “garantire un giudice imparziale ai cittadini e non premiare chi sbaglia per incapacità o per ideologia”. Quindi separazione delle carriere? Non proprio. Per Renzi “la vera separazione delle carriere che serve non è tra Pm e giudici ma tra giudici bravi e giudici incapaci“. Come? Non si sa. Di certo il senatore toscano assicura: “In commissione Giustizia al Senato combatterò per questo, sfidando il Governo ad andare avanti. Vedremo se fanno sul serio”.

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