Con "The Blooming Sound" - presentato al Taomoda 2023 - la sound designer Chiara Luzzana è riuscita nell'impresa di far cantare un roseto, componendo una colonna sonora che immortala il candore acustico della Rosa Prima
Immaginate di passeggiare in un roseto in fiore, immersi nel profumo avvolgente che si propaga dai petali freschi di rugiada e inebria i sensi, con l’erba verdeggiante sotto ai piedi. Ora chiudete gli occhi e provate ad immaginare i suoi della natura intorno a voi farsi via via sempre più definiti, lasciando spazio al canto delle rose. È ciò che ha fatto Chiara Luzzana, sound designer e artista sonora di fama internazionale che ha trasformato il suono di un roseto in una musica affascinante che agisce contro lo stress. Si definisce un'”alchimista” della musica e non c’è termine migliore per sintetizzare il suo straordinario e minuzioso lavoro, una ricerca fatta di ore di studio e di ascolto del candore acustico delle rose.
Così, grazie a microfoni costruiti da lei stessa è riuscita a far letteralmente suonare il Roseto di Seravella, il giardino di un’antica villa che un tempo era la dimora dei Conti degli Azzoni Avogadro di Seravella e che oggi è sede di un museo etnografico, dove è custodita la Rosa Prima, una varietà di rosa antica e sconosciuta riscoperta dai botanici del brand di fitocosmesi Dolomia, e impiegata, per le sue virtù uniche, nella linea antietà assoluta Rose Therapy.
The Blooming Sound è il titolo del progetto che è stato presentato al Taomoda 2023 e ha portato Luzzana a realizzare una colonna sonora composta esclusivamente dai suoi puri delle piante di rosa. Rimanendo per ore ad ascoltare la Rosa Prima, è riuscita a catturarne la melodia: “La natura scandisce i ritmi del nostro tempo – spiega l’artista -. Da qui la voglia di qualcosa di mai realizzato prima d’ora: recuperare l’anima pura della rosa stessa, permettendo a essa di esprimersi con la sua voce, con il suo suono”. Come? “Ho recuperato dei componenti utilizzati in sismologia per lo studio delle vibrazioni sismiche, affinché potessi costruire un geofono in grado di catturare i movimenti nel terreno di questa meravigliosa pianta. In questo modo, e con altri attrezzi degni di un alchimista, ho potuto registrare e poi comporre la melodia della Rosa Prima, finora solo ammirata“.
I suoi petali, accarezzati con particolari frange di morbido legno, sono diventati così un flauto. Le spine, forti e possenti, suonate con un semplice plettro, sono diventate il basso portante della colonna sonora. E poi ancora, il suo stelo, accarezzato da un archetto e abbracciato da un microfono costruito per catturare il suo fluire interno, ha donato, durante il tramonto silenzioso del Roseto di Seravella, un sibilo impercettibile, simile al suono di un violino. E infine un suono impetuoso, quello proveniente dai piccoli boccioli della Rosa registrati con un minuscolo microfono appositamente studiato. Il risultato è una sinfonia travolgente che libera la mente da ogni pensiero e offre un’esperienza multisensoriale in totale sinergia con la natura.