E’ uscito in questi giorni sulla prestigiosa rivista Nature Medicine uno studio che esamina la mortalità in Europa durante l’ondata di calore dell’estate dell’anno scorso. Il risultato sono oltre 60 mila decessi in più in Europa, di cui circa 18 mila in Italia. Non sono così tanti come quelli attribuiti al Covid nel 2020, ma nemmeno pochi.

La reazione a questo annuncio è stata di preoccupazione, ma spesso anche di completo scetticismo. Sembra proprio che molti siano ormai arrivati alla definitiva conclusione che gli scienziati non siano altro che manipolatori che si dedicano a imbrogliarci per scopi politici o di tornaconto personale. Non voglio dire che hanno ragione, ma non gli si possono neanche dare tutti i torti. Basti pensare alle penose figure che hanno fatto negli ultimi anni certe persone che si sono auto-attribuite il ruolo di portavoce della “scienza”.

Allora, ci sono stati davvero tutti questi morti? Nell’estate del 2022 non abbiamo visto in tv camion carichi di bare girare per l’Italia. E neppure ricevevamo ogni giorno bollettini allarmanti con il numero dei morti. Per chi non è uno specialista nel trattamento statistico dei dati, l’articolo di Nature Medicine potrebbe veramente sembrare dedicato a terrorizzarci tirando fuori i morti dal nulla. Ma è possibile una cosa del genere?

Secondo me, una persona di normale intelligenza e spirito critico può sempre arrivare a una valutazione razionale di queste cose. Ovviamente, bisogna lavorarci un po’ sopra invece di limitarsi a scrivere “sono tutte balle” sui social, oppure a insultare i complottisti. Allora proviamoci partendo dai dati sul sito web “Euromomo” (“european mortality monitor”), un sito internazionale con una buona reputazione di affidabilità. Ci trovate un sacco di cose interessanti. Una è che la mortalità va su e giù con le stagioni; si muore di più in inverno che in estate. E’ una cosa ben nota. Tipicamente, in inverno gli anziani muoiono a causa di malattie dell’apparato respiratorio. In estate, invece, la mortalità si abbassa, eccetto per qualche piccolo effetto dei periodi più caldi.

Invece, nel 2022 vediamo un nettissimo “bozzo” anomalo di mortalità in piena estate. Una cosa paragonabile non si vedeva dall’”anno killer”, il 2003, dove il caldo eccezionale aveva fatto anche di peggio. Ma nulla del genere era poi successo negli anni successivi, a parte il 2015, con però un picco meno intenso. Quindi, l’eccesso di mortalità del 2022 non è una balla. C’è stato, si vede bene a un semplice esame dei dati disponibili pubblicamente. Gli autori dell’articolo su Nature non si sono inventati niente: hanno semplicemente analizzato e quantificato i dati.

Dobbiamo allora concludere che il caldo del 2022 ha ucciso 60 mila persone in Europa? Qui ci vuole una certa cautela: cause ed effetti sono sempre attribuzioni opinabili. Infatti, se leggete l’articolo su Nature, troverete che gli autori parlano solo di “correlazione” mai di “causa” (questo, fra le altre cose, dimostra che sono persone serie). Su questo punto è intervenuta anche Sara Gandini, una delle migliori scienziate italiane, che ha fatto notare che le morti in eccesso sono correlate anche allo sfascio del sistema sanitario italiano. Sicuramente è vero. Ma è anche vero che il caldo torrido ha dato il colpo di grazia a persone anziane già fragili e debilitate. Altrimenti la mortalità sarebbe rimasta alta tutto l’anno, non l’avremmo vista nella forma di un picco estivo.

E ora? I dati dell’articolo su Nature ci dicono che l’Italia è particolarmente vulnerabile alle ondate di calore e il 2023 già si presenta con un’estate eccezionalmente calda, anche se non abbiamo ancora dati sulla mortalità. Nel futuro, con il progredire del riscaldamento globale dobbiamo aspettarci ondate di calore sempre più intense, specialmente con il fenomeno chiamato “El Nino” che dovrebbe apparire in tutta la sua forza nel 2024-25.

Non siamo messi tanto bene. Dobbiamo cercare di fare il possibile per contenere il riscaldamento globale, ma è un’impresa lunga e difficile. Nel frattempo, dobbiamo limitare i danni con misure di mitigazione, ovvero assicurando agli anziani, e non solo a loro, la possibilità di accedere ad ambienti refrigerati in estate e buoni servizi di prevenzione sanitaria.

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