Basta decisioni dall’alto. Le Regioni italiane, considerando il costante aumento degli arrivi di migranti dal Mediterraneo, alzano la voce con il governo. “In merito alla collocazione dei migranti nei territori bisogna evitare decisioni calate dall’alto“, è la linea che trapela da ambienti degli stessi governatori. “C’è bisogno di una collaborazione che porti a scelte prese di comune accordo, tra governo e regioni”, è la richiesta che parte dai governatori.
I presidenti di regione sarebbero divisi tra la linea di quelli del centrosinistra, che intendono gestire autonomamente le collocazioni, e quelli di centrodestra, in particolare la Lega, che lamenterebbero il malfunzionamento del sistema di accoglienza diffusa. I dati del ministero dell’Interno (aggiornati al 14 luglio) parlano di 75.065 migranti sbarcati in Italia dal primo gennaio 2023. Nello stesso periodo dello scorso anno erano stati 31.920. Ancora meno nel 2021 quando si erano registrati 24.624 arrivi.
Dopo poche ore è arrivata la replica dal ministero dell’Interno: “Dal Viminale c’è la massima disponibilità al dialogo con tutti gli interlocutori istituzionali. Con le Regioni, in particolare, i contatti sono sempre caratterizzati da un approccio costruttivo per trovare soluzioni condivise. Proprio grazie a questo confronto, è stato possibile raggiungere l’intesa con 17 Regioni su 20 in merito alla dichiarazione dello stato di emergenza e all’attribuzione di poteri straordinari commissariali per la gestione dei flussi migratori irregolari”, fanno sapere fonti del Viminale sottolineando che il ministro Piantedosi è disponibile a incontrare nuovamente i presidenti delle Regioni.
Tutto questo avviene nel giorno in cui la premier Meloni e la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen sono a Tunisi per l’incontro con il presidente Kais Saied e decine i barchini carichi di migranti vengono soccorsi nel Mediterraneo centrale. Al momento, secondo quanto si apprende, il centro di coordinamento dei soccorsi della Guardia Costiera ha coordinato oltre venti operazioni di soccorso, mentre una dozzina sono ancora in corso, per un totale complessivo di circa 1.400 persone. In mare a sud di Lampedusa, oltre alle motovedette e alle navi della Guardia Costiera, ci sono i mezzi della Guardia di Finanza, di Frontex e tre unità delle Ong.
Intanto per la sottosegretaria all’Interno Wanda Ferro, “l’obiettivo principale della dichiarazione dello stato di emergenza sui migranti e la nomina di un commissario, il prefetto Valenti, è proprio quello di decongestionare la Sicilia e la Calabria, regioni in cui la situazione degli hotspot è al limite“. “Non è giusto – sottolinea l’esponente di Fratelli d’Italia interpellata da Adnkronos – che ci siano pochi territori costretti a sopportare, da soli, un impatto così forte dell’ondata migratoria, che mette sotto pressione le Prefetture, le amministrazioni comunali, ma anche gli operatori sanitari e le Forze dell’Ordine, costretti a turni massacranti e a condizioni di lavoro rischiose”.