Parte la mappatura dei regimi concessori balneari. Il Consiglio dei ministri ha infatti dato via libera al decreto che rende operativa la procedura. Il governo sta facendo melina per non adempiere alle ingiunzioni dell’Unione europea che chiede che le concessioni non vengano rinnovate in automatico ma siano messe a gara con una procedura di selezione imparziale e trasparente. La mappatura è in sostanza un modo per prendere altro tempo e scongiurare una maxi multa. Sarebbe il danno oltre la beffa visto che tra 2016 e 2020 gli stabilimenti hanno versato allo Stato canoni medi di 101,7 milioni contro un giro d’affari di 15 miliardi di euro. E che i prezzi di lettini ed ombrellone continuano comunque a salire.

Presso il ministero del Tesoro verrà ora istituito un sistema informativo di rilevazione delle concessioni di beni pubblici con uno stanziamento di 2 milioni di euro l’anno per aprirlo e gestirlo. Le amministrazioni pubbliche proprietarie dei beni in concessione saranno quindi tenute alla comunicazione dei dati, per via telematica. L’idea è quella di completare il quadro entro settembre. La mappatura dovrà chiarire se le spiagge sono risorsa “scarsa” o meno, condizione per l’applicazione della direttiva europea Bolkestein. Le concessioni sono state nuovamente prorogate con il decreto milleproroghe dello scorso febbraio sollevando malumori anche al Quirinale.

“Un altro colpo di mano del governo contro le spiagge e le coste italiane. Mentre l’Italia continua a pagare multe in Europa per non aver applicato la direttiva Bolkestein, mettendo a rischio anche le rate del PNRR, il governo ha approvato in sordina un decreto per avviare la mappatura delle concessioni, incluse proprio quelle discusse dei balneari, rispetto alle quali si sono incrociati moniti della Ue e bocciature del Consiglio di Stato. Una strategia con la quale il governo Meloni vuole dare il via libera a nuove concessioni demaniali e privatizzare e cementificare le ultime spiagge libere senza fare i bandi alle concessioni in essere . Un altro colpo di Mano”. Così in una nota il co-portavoce di Europa Verde Angelo Bonelli. “Meloni può fare la mappatura delle concessioni balneari, magari per individuare nuove aree da assegnare, ma questa attività non c’entra nulla con la doverosa messa a gara delle concessioni esistenti, per cui vengono pagati allo Stato canoni irrisori. Il punto non è trovare altre aree da mettere a gara, bensì quello di mettere a gara le aree già concesse che sono mediamente quelle di maggior pregio”. Lo afferma il deputato di Più Europa Benedetto Della Vedova.

“È un momento estremamente delicato – dice Fabrizio Licordari, presidente di Assobalneari – ma anche se ognuno di noi è occupato con la difficile gestione dell’attività Assobalneari Italia non abbassa la guardia e mantiene ferma la posizione sostenuta in questi anni: Una corretta applicazione della direttiva Bolkestein che passa, anche come evidenziato dalla Corte dì Giustizia, dalla verifica se la risorsa è scarsa o ancora disponibile come recita l’articolo 12 della direttiva stessa”.

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