“Una riforma chiara o anche un progetto per punti, ancora non lo ho visto. Sentiamo dire che le intercettazioni per mafia e terrorismo non si toccano. E questo è il minimo sindacale, perché senza le intercettazioni è impossibile fare indagini sul crimine organizzato”. Queste le parole del procuratore di Palermo Maurizio De Lucia ai microfoni di Sky Tg24 a proposito della riforma della giustizia. “Credo che il dibattito non sia su questo, si sposta su due temi diversi – aggiunge poi De Lucia -, uno è quello della diffusione delle intercettazioni non rilevanti e anche qui bisognerebbe guardare al fatto che ci sono state riforme importanti che hanno reso impossibile l’utilizzo di intercettazioni non pertinenti; poi l’altro riguarda la possibilità di intercettare per reati diversi da quelli di criminalità organizzata di tipo mafioso, e questo apre un dibattito. Noi abbiamo scoperto reati contro la pubblica amministrazione indagando sulla mafia. Per cui sono i reati di tipo mafioso che diventano sentinella del malaffare nella pubblica amministrazione, dove le due cose stanno spesso assieme. Il confine tra le due cose è molto labile, io starei molto attento a toccare la macchina della disciplina delle intercettazioni in generale”.
Sky TG24 torna a puntare i riflettori su uno dei periodi più bui dell’Italia repubblicana, il biennio stragista del ’92-’93 che culminò con gli attacchi terroristici di Roma, Firenze e Milano. Martedì 18 luglio alle 21.00 andrà infatti in onda uno speciale dal titolo “Cosa Nuova, l’ultimo attacco”, condotto da Fabio Vitale col coordinamento di Max Giannantoni.
Trent’anni fa, tra maggio e luglio 1993 la mafia colpisce con attentati a Firenze, Roma e Milano. Poi il cambio di strategia, ma la lotta con le istituzioni continuerà per anni, fino all’arresto di Bernardo Provenzano prima, e poi ai giorni nostri con la cattura di Matteo Messina Denaro. “Cosa Nuova, l’ultimo attacco” racconta la stagione delle stragi del 93, la successiva svolta ed il lavoro delle forze dell’ordine per disinnescare la minaccia delle cosche. Raccontano i retroscena dei lunghi anni di lotta il colonnello Lucio Arcidiacono, capo reparto investigativo del ros dei carabinieri; Renato Cortese, direttore dell’ufficio centrale ispettivo al ministero dell’Interno e Maurizio De Lucia, procuratore capo di Palermo.
Ai microfoni di Sky TG24 il procuratore capo di Palermo si è anche soffermato sul dibattito, di grande attualità, sull’ipotesi di riforma del reato di concorso esterno in associazione mafiosa: “E’ un dibattito che va avanti dal 1930” ha dichiarato De Lucia “pensare di non perseguire più determinate condotte con questo strumento mi pare difficile da ipotizzare. Per fare un esempio specifico: in un omicidio punisco chi spara. Ma se c’è un soggetto che fornisce la pistola, sapendo che servirà per uccidere, anche lui risponde di omicidio”. Tra gli ospiti, anche il procuratore di Firenze Luca Tescaroli, titolare dell’inchiesta sui mandanti occulti delle bombe del 1993.