Prime reazioni sul mercato alla notizia del mancato rinnovo dell’accordo tra Russia e Ucraina per consentire l’export di grano. I prezzi delle futures sul grano hanno registrano un aumento di oltre il 4% appena la notizia si è diffusa salvo poi azzerare i guadagni e chiudere in calo. Senza la proroga dell’accordo “i prezzi del grano in tutto il mondo aumenteranno di nuovo”, avvisa il ministro degli Esteri ucraino Dmytro Kuleba. Il ministro ritiene che Mosca “usi la fame come strumento” per ricattare il mondo intero. L’Ucraina è l’ottavo produttore di grano al mondo, con circa 26 milioni di tonnellate l’anno. I suoi cerali vengono esportati in tutto il mondo, per il 64% in paesi in via di sviluppo. L’Italia è il quarto importatore di derrate ucraine: in particolare sono arrivati quasi 2,1 milioni di tonnellate di prodotti, di cui il 65,7% è mais (1,3 milioni di tonnellate), il 21,1% pari a 435 mila tonnellate è grano tenero mentre il 5% è olio di girasole (100 mila tonnellate). L’intesa per consentire le esportazioni era stata raggiunta il 22 luglio del 2022, l’ultima proroga è dello scorso maggio. L’accordo aveva consentito una decisa riduzione dei prezzi dei cereali, balzati su livelli altissimi (522 dollari a tonnellata) dopo l’invasione. Attualmente una tonnellata di grano si paga 367 dollari.
“Milioni di persone pagheranno il prezzo per l’uscita della Russia dall’accordo sul grano”, dice il segretario generale dell’Onu Antonio Guterres. “Condanno la decisione unilaterale della Russia di ritirarsi dalla Black Sea Grain Initiative, nonostante gli sforzi della nostra alleata Turchia e delle Nazioni Unite. La guerra illegale della Russia contro l’Ucraina continua a danneggiare milioni di persone vulnerabili in tutto il mondo”. Lo scrive in un tweet il segretario generale della Nato, Jens Stoltenberg. “Una decisione irresponsabile pericolosa che avrà conseguenze per milioni di persone vulnerabili nel mondo”: così il portavoce del consiglio per la sicurezza nazionale statunitense John Kirby ha definito la decisione di Mosca di non rinnovare l’accordo per l’export del grano dai porti ucraini. Kirby ha esortato la Russia a revocare la sua decisione. “Condanno fermamente la mossa cinica della Russia di porre fine all’iniziativa per i cereali del Mar Nero, nonostante gli sforzi delle Nazioni Unite e della Turchia”, scrive in un tweet la presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen. “L’Ue sta lavorando per garantire la sicurezza alimentare per le persone vulnerabili in tutto il mondo. I corridoi di solidarietà Ue continueranno a portare i prodotti agroalimentari dall’Ucraina ai mercati globali”, aggiunge von der Leyen.
“È molto importante dire oggi che il fatto che la Russia non voglia prolungare l’accordo sulle consegne di grano attraverso il Mar Nero è una cattiva notizia per tutto il resto del mondo” afferma il cancelliere tedesco Olaf Scholz. Critiche anche da Parigi. “La Russia – si legge in un comunicato della portavoce del ministero degli Esteri francese – è unica responsabile del blocco della navigazione in quello spazio navale e impone un blocco illegale ai porti ucraini”. Il Quai d’Orsay esorta quindi la Russia a “rivedere la sua decisione”. Mosca però taglia corto: “La decisione sull’accordo sul grano è definitiva e non sono previsti ulteriori negoziati” dichiarala missione russa alle Nazioni Unite. “La decisione della Russia di interrompere l’accordo del grano è l’ulteriore prova su chi è amico e chi è nemico dei paesi più poveri”, sottolinea la presidente del Consiglio Giorgia Meloni, aggiungendo: “Riflettano i leader di quelle nazioni che non vogliono distinguere tra aggredito e aggressore. Usare la materia prima che sfama il mondo come un’arma è un’altra offesa contro l’umanità”.
“L’accordo sul grano può e deve continuare a funzionare, senza la Russia” ha dichiarato in serata il presidente ucraino Volodymyr Zelensky nel suo consueto videomessaggio serale, riferisce Ukrinform, precisando che ne parlerà con il Segretario Generale delle Nazioni Unite e con il presidente turco Erdogan. “La posizione dell’Ucraina è sempre stata e sarà la più chiara possibile: nessuno ha il diritto di distruggere la sicurezza alimentare di nessuna nazione”.
“La decisione presa a Mosca fa salire l’instabilità sui mercati internazionali e favorisce la speculazione. La Federazione Russa continua a utilizzare il cibo come un’arma e strumento di pressione per allentare le sanzioni”, commenta il presidente di Confagricoltura, Massimiliano Giansanti, sul mancato rinnovo dell’accordo sul grano dal Mar Nero che ha consentito l’esportazione via mare di oltre 30 milioni di tonnellate di cereali e semi oleosi prodotti in Ucraina, destinati per circa il 25% alla Cina.