Il cantante risponde alle polemiche nate per la sua partecipazione al festival musicale patrocinato da Lukashenko, grande alleato di Putin
“Neanche mio padre si permetteva di dirmi cosa dovessi fare. Non ho intenzione di cedere ad alcun ricatto. Vivo da sempre come un uomo libero, nel rispetto delle mie idee e di quelle degli altri”. A parlare è Pupo, la cui partecipazione, in qualità di ospite, al festival Slavianskij Bazar di Vitebsk, nel cuore della Bielorussia, ha suscitato non poche polemiche. Il motivo? L’evento è patrocinato da Lukashenko, presidente del paese e grande alleato di Putin.
Una decisione che ha sorpreso anche alla luce del fatto che in tempi recenti il cantante aveva rinunciato ad andare al Cremlino per l’evento ‘Road to Yalta’. Questa volta, pur consapevole che la sua decisione di presenziare al festival dedicato a nuovi talenti della scena musicale avrebbe fatto molto parlare, Enzo Ghinazzi non si è tirato indietro: “Mi trovo qui a fare il mio mestiere di cantante e musicista. Una pura scelta professionale. Lo farei anche per Sanremo ove mi invitassero. Non sta a me prendere parte politica. Devo la mia popolarità agli ucraini, ai russi, ai bielorussi… si può essere neutri?” ha dichiarato intervistato dal Quotidiano Nazionale, commentando così la guerra a un passo dalla Bielorussia: “Il mondo non si divide in buoni e cattivi. È una nuova semplificazione della nostra società. Mi guarderei bene dal dare oggi un giudizio drastico, sarà la storia a darlo”.
E ancora, la voce di Gelato al cioccolato non si schiera, ma si limita a dire di stare “dalla parte di chi aspetta solo che arrivi la pace tra russi e ucraini. Senza prendere parte politica ma perché sono due popoli fratelli e questa divisione deve finire”.