Biglietti per visitare il Colosseo puntualmente esauriti sul sito del rivenditore ufficiale, ma disponibili presso i grandi intermediari online (Musement, GetYourGuide, Tiqets e Viator), che li acquistano in massa utilizzando dei bot per poi rivenderli completi di ulteriori servizi (tour guidato, “saltafila”, visita+prelievo in hotel…) a prezzi maggiorati.
È il cosiddetto fenomeno del secondary ticketing, per il quale l’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato insieme al Nucleo Antitrust della Guardia di Finanza ha avviato un’istruttoria nei confronti della cooperativa CoopCulture – rivenditore ufficiale dei biglietti per la visita al Parco Archeologico del Colosseo, che oltre all’Anfiteatro Flavio comprende anche le aree del Palatino, del Foro Romano e della Domus Aurea – contro la quale le autorità avevano ricevuto numerose segnalazioni a partire dal 2022.
Sono così scattate le ispezioni nelle sedi della cooperativa che, secondo quanto si legge in una nota dell’Agcm “sembra non aver predisposto sistemi idonei ad evitare l’accaparramento dei biglietti messi in vendita da parte di rivenditori alternativi, privando così i consumatori della possibilità di acquistare i titoli di accesso al prezzo ordinario“. Sulla vicenda è intervenuto il Codacons: “I biglietti di concerti ed eventi, ma anche quelli di ingresso ad importanti siti culturali come il Colosseo, spariscono a tempo di record dai canali ufficiali per comparire sui siti secondari a prezzi maggiorati, raggiungendo in alcuni casi livelli astronomici che crea danni economici da centinaia di milioni di euro all’anno agli utenti“, commenta il presidente Carlo Rienzi, sottolineando come le norme attuali non siano state in grado di arginare il fenomeno. “Per questo – ha aggiunto – chiediamo al Governo di introdurre nuove disposizioni in grado non solo di bloccare il “secondary ticketing”, ma anche di sanzionare in modo pesantissimo quei siti che, ricorrendo a sofisticati sistemi automatici, fanno sparire i biglietti dai canali ufficiali per rivenderli poi a prezzi maggiorati”.
Un’integrazione normativa invocata anche dal presidente dell’Unione Nazionale Consumatori Massimiliano Dona, che ha fatto riferimento al decreto legislativo n. 26 del 7 marzo 2023 attuativo della direttiva europea 2019/2161, la cosiddetta “Direttiva Omnibus” relativa all’introduzione di ulteriori norme poste a tutela consumatori nel caso di clausole vessatorie, pratiche commerciali scorrette, concorrenza sleale o comunicazioni commerciali non veritiere. Dona ha spiegato che “le norme contro il secondary ticketing riguardano in via più generale gli eventi e le attività di spettacolo, come ad esempio i concerti, più che la vendita ordinaria di un ingresso al museo” e che, sebbene la direttiva Ue abbia “ampliato l’elenco delle pratiche commerciali ingannevoli previsto dall’art. 23 del Codice del Consumo, vietando di rivendere ai consumatori biglietti per eventi se il professionista ha acquistato tali biglietti utilizzando strumenti automatizzati per eludere i limiti imposti riguardo al numero di biglietti che una persona può acquistare, questa vicenda dimostra che questo articolo va rafforzato e che anche per i biglietti dei musei occorrono precisi vincoli. Per questo – ha concluso Dona – “chiediamo l’intervento del Ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano”.