L’intero emisfero settentrionale si trova a fare i conti con ondate di calore allarmanti, che da settimane non risparmiano nessuno: dall’Europa, investita dall’anticiclone nordafricano Caronte e devastata dagli incendi nel suo bacino Mediterraneo, ai 52 gradi e mezzo sfiorarti in Cina, agli infernali 56 °C della Death Valley, Stati Uniti. Una situazione drammatica sulla quale è ora l’Onu ad intervenire: “Questi eventi continueranno a crescere di intensità e il mondo deve prepararsi ad affrontare ondate di calore più intense”, ha dichiarato il consulente per il caldo estremo dell’Organizzazione meteorologica mondiale delle Nazioni Unite John Nairn, che prosegue: “Uno dei fenomeni notevoli che abbiamo osservato è che il numero di ondate di calore simultanee nell’emisfero settentrionale è aumentato di sei volte dagli anni Ottanta“.
Una tendenza dalla quale non possiamo aspettarci un assestamento, e che anzi “non accenna a diminuire”. “Temo quindi – afferma Nairn – che non siamo ancora fuori pericolo e che queste ondate avranno gravi ripercussioni sulla salute umana e sui mezzi di sussistenza”. Ed è proprio agli effetti sulla salute umana che in questi giorni le autorità sanitarie di molti Paesi si trovano a dover rispondere. In Italia, il ministero della Salute ha introdotto un nuovo “codice caldo” in pronto soccorso e stabilito il potenziamento territoriale dei servizi emergenziali di assistenza; ma ad imporsi ora, non solo a livello italiano, è la questione dei rischi legati al caldo corsi dai lavoratori. Ad intervenire sul tema è la Confederazione tedesca dei sindacati (Dgb), che ha chiesto la chiusura degli uffici con temperature superiori a 35 gradi, nei casi in cui datore di lavoro non sia in grado di fornire strumenti per rinfrescare adeguatamente gli ambienti. Anja Piel, membro Cda della Confederazione, ha poi chiesto ai datori di lavoro di preparare una valutazione dei rischi durante i mesi estivi che garantisca la sicurezza sul lavoro: “I datori di lavoro devono proteggere i propri dipendenti dal caldo: lavorare con il caldo è stressante per i dipendenti e, nel peggiore dei casi, mette in pericolo la loro salute”.
Non solo i lavoratori a rischio al centro delle indicazioni fornite autorità tedeschi. I medici hanno raccomandato alla popolazione di introdurre la sana abitudine meridionale della siesta: “Le persone non sono efficienti come al solito quando fa molto caldo. Dormire male senza rinfrescarsi durante la notte porta anche a problemi di concentrazione”, ha spiegato il presidente dell’Associazione federale dei medici nel servizio sanitario pubblico tedesco, Johannes Niessen. Nei mesi estivi, consiglia, “dovremmo essere guidati dal modo in cui lavorano i Paesi del sud: alzarsi presto, lavorare in modo produttivo la mattina e fare la siesta a mezzogiorno è un concetto che dovremmo adottare”. Non in disaccordo il ministro della Salute, Karl Lauterbach, che tuttavia ha dichiarato di non vedere la necessità “che sia la politica a decidere su questa specifica questione”, ma “i datori di lavoro e i dipendenti dovrebbero trovare un accordo tra di loro”. Una misura che dal punto di vista medico ha comunque “senso per molte professioni”, ha aggiunto il ministro su Twitter.