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“Ho provato la soligamia, mi sentivo una regina, come se avessi vinto alla lotteria. E’ difficile da spiegare”. Ecco di cosa si tratta

A Roma una performance digitale dedicata al fenomeno, con tanto di certificato di matrimonio: ecco le parole dell'artista Elena Ketra

di Paolo Aruffo

Sposarsi da soli, perché no? Parliamo di “sologamia”, un fenomeno in via di sviluppo. Talmente tanto che di recente è stata realizzata una performance digitale dedicata proprio a questa pratica. Procediamo con ordine. La sologamia arriva da lontano e precisamente dal Giappone. Qui, come riportato dalla Bbc, è nata la pratica che consiste nello sposarsi da soli. Anzi, da sole, dal momento che sono le donne i soggetti maggiormente interessati. E sempre in Giappone – continua a scrivere la testata britannica – esiste un’agenzia di matrimonio, con tanto di pacchetto pensato ad hoc per la sologamia. Cosa include? La scelta del proprio abito, bouquet e acconciatura speciali, un servizio di limousine, un soggiorno in un hotel e un album fotografico commemorativo.

La pratica si sta sviluppando anche in altri Paesi, compresa l’Italia (dove però è meno diffusa che altrove). Intervistate dalla Cnn, alcune donne che si sono sposate da sole hanno dichiarato: “È qualcosa che sentivo di dover fare. Questa è la mia relazione più importante. Simboleggia il mio amore per me stessa per il resto della mia vita“, ha detto una di loro. Stesso pensiero di Dorothy, 77 anni (sì, avete letto bene), che dopo il divorzio con il marito ha deciso di sposare… se stessa. Davanti ai tre figli e a una ventina di persone della comunità di pensionati a Goshen (Ohio, US) ha detto di sì: “Mi sentivo bellissima, come se avessi vinto una lotteria o qualcosa del genere, una regina – ha spiegato -. Mi sentivo importante per me stessa, come se fossi qualcuno. È difficile spiegare la sensazione: devi sentirla nella tua anima”. Il suo messaggio per le donne più giovani? “Non è mai troppo tardi per amarsi”.

Ma anche per amare. Sì perché questa pratica non esclude tout court che nella vita si possa condividere qualcosa con un altro essere umano. Anzi, per amare liberamente ogni essere umano, è necessario innanzitutto amare se stessi. Lo ha spiegato, a tal proposito, Elena Ketra, artista Italia che ha frequentato l’Accademia di Belle Arti di Venezia e ha voluto indagare il mondo della sologamia nell’ambito di una ricerca sul rafforzamento del potere femminile. La sua performance digitale è stata portata di recente a Roma, precisamente al Festival della visione della cultura digitale presso il Gazometro, in zona Ostiense. E qui, come riportato dall’ Adnkronos, è stata data agli utenti l’opportunità di sposarsi da soli. In che modo? Semplicemente inserendo i propri dati grazie a uno schermo touchscreen, con tanto di certificato che attesta il proprio matrimonio sologamico. Questo certificato, firmato dall’artista, viene considerato come un’opera unica. Elena Ketra ha spiegato così la poetica che l’ha ispirata: “Imparare ad amare se stessi è necessario per poter amare in modo libero ogni altro essere umano. È l’affermazione della propria indipendenza affettiva, la presa di coscienza di sé e delle proprie capacità, forza e bellezza, al di là di diktat estetici, sociali e sessuali uniformanti. L’inclusione sociale parte prima di tutto da noi stessi”.

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