Mafie

Inchiesta stragi, Marcello Dell’Utri sceglie il silenzio e non si presenta all’interrogatorio con i pm di Firenze

Marcello Dell’Utri ha fatto sapere agli inquirenti fiorentini che si sarebbe avvalso della facoltà di non rispondere e di conseguenza non ci sarà l’interrogatorio fissato per oggi, all’ex senatore indagato dalla Dda, e anche perquisito, nell’ambito dell’inchiesta sui presunti mandanti occulti delle stragi mafiose del 1993. Per i pm Dell’Utri avrebbe “istigato l’organizzazione delle stragi per favorire l’affermazione di Forza Italia”. Una tesi “del tutto incredibile e fantasiosa”, così giorni fa il suo legale, avvocato Francesco Centonze, ha definito l’ipotesi della Dda di Firenze. Gli inquirenti fiorenti – come anticipato dal FattoQuotidiano – hanno contestato due nuove accuse all’ex senatore di Forza Italia: è indagato anche per trasferimento fraudolento di valori e per non aver comunicato, come invece sarebbe stato tenuto in quanto condannato in via definitiva, le variazioni del proprio patrimonio.

A Dell’Utri – che ha problemi di salute – la Procura fiorentina, con i procuratori aggiunti Luca Turco e Luca Tescaroli, contesta, inoltre, il concorso in strage con i boss Giuseppe e Filippo Graviano e Gaspare Spatuzza (tutti e tre già giudicati e condannati in altri processi). I pm hanno inserito le aggravanti di aver agito per finalità di terrorismo e di eversione dell’ordine democratico, di aver agevolato l’attività di Cosa nostra, con riferimento agli attentati commessi a Roma, Firenze e Milano dal 28 luglio 1993 al 23 gennaio 1994. Un altro capo di accusa emerso ora è il trasferimento fraudolento di valori in concorso con la moglie Miranda Ratti, alla quale Silvio Berlusconi aveva bonificato 500mila euro, con la causale di prestito infruttifero, “al fine di eludere le disposizioni di legge in materia di misure di prevenzione”. Infine c’è l’altra nuova accusa di aver omesso di comunicare, per Dell’Utri che ha una condanna definitiva per mafia, le “variazioni patrimoniali”, in particolare bonifici ricevuti da Berlusconi per quasi un milione di euro nell’arco di nove mesi fra il 2021 e il 2022. Così, secondo i pm, Dell’Utri avrebbe eluso le disposizioni di legge in materia di prevenzione che avrebbe dovuto rispettare dopo la condanna definitiva del 2014 per concorso esterno. Che i 500mila euro fossero destinati all’ex senatore i pm lo deducono pure da un’intercettazione del 4 agosto 2020 tra Giuseppe Spinelli, ragioniere di fiducia dell’ex premier, e un funzionario di banca Ubi che chiede delucidazioni sul bonifico.

Dell’Utri poi è stato iscritto pure per il reato previsto dall’articolo 31 della legge numero 646 del 13 settembre del 1982 e che in sostanza riguarda l’obbligo per i condannati con sentenza definitiva a comunicare per dieci anni ed entro 30 giorni dal fatto, al Nucleo di polizia tributaria, tutte le variazioni “nell’entità e nella composizione del patrimonio”. E quindi secondo i magistrati Dell’Utri avrebbe omesso di cominciare entro i termini di legge l’esistenza di bonifici ricevuti da Berlusconi tra il 2021 e il 2022 e poi negli anni successivi. In particolare tra il 19 maggio 2021 e il 14 gennaio 2022 l’ex senatore ha ricevuto sul proprio conto cinque bonifici con causale “donazione di modico valore” da 90mila euro ognuno per un totale di 450mila euro. Dopo gennaio 2022, invece, gli sono stati bonificati sempre da Berlusconi 30mila euro mensili. I magistrati sospettano che questi flussi di denaro potrebbero costituire una contropartita per le condanne subite da Dell’Utri e per il proprio silenzio nei processi penali. Per i magistrati “l’accordo stragista descritto nell’imputazione, di cui si è reso protagonista Dell’Utri, si fonda sui rapporti economici tra Giuseppe Graviano ed esponenti di Cosa nostra, da una parte, Dell’Utri e Berlusconi dall’altra”.

I pm sottolineano nel decreto di perquisizione, eseguito dagli investigatori della Dia di Firenze e Milano mercoledì scorso nell’abitazione e nell’ufficio di Dell’Utri a Milano, gli esiti di una consulenza tecnica “che individua ingressi di flussi finanziari nelle imprese riconducibili a Berlusconi, di cui Dell’Utri già all’epoca era referente e fidato collaboratore, privi di paternità per 70 miliardi e 540 milioni di lire, nel periodo febbraio 1977 – dicembre 1980”. Intanto nei giorni scorsi è stata rinviata al 5 settembre – l’udienza davanti al Tribunale del riesame di Firenze per l’arresto di Salvatore Baiardo. La procura fiorentina aveva infatti fatto ricorso contro la decisione del giudice delle indagini preliminari di negare misura, ma non non si è discusso di niente: c’era stata infatti la rinuncia del difensore di fiducia. E così il gelataio di Omegna, amico dei boss di mafia i fratelli Graviano, si è presentato con un avvocato di ufficio. Che ha presentato un’istanza di rinvio spiegando di dover studiare le 1.500 pagine di fascicolo di indagine depositate dalla Dda fiorentina per chiedere l’arresto. Col rinvio passeranno altre settimane prima di avviare questo passaggio al tribunale della libertà.