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Salario minimo, il governo lo affossa: “Non ha copertura”. Le opposizioni bloccano i lavori. Caos per la frase di Tajani: “Non siamo l’Urss”

Si alza il livello dello scontro tra maggioranza e opposizioni sul salario minimo. Il governo vuole affossare la proposta di legge unificata a prima firma Giuseppe Conte e il presidente della commissione Lavoro Walter Rizzetto, di Fdi, ha dichiarato che “molto banalmente è una proposta che non ha alcuna copertura finanziaria. All’articolo 7 non ci sono le coperture”. “Si arrampica sugli specchi. L’articolo 7 dispone che sia la legge di Bilancio a definire l’impegno economico e quindi la copertura di un possibile sostegno temporaneo alle imprese che si devono adeguare al salario minimo. Il testo non richiede in alcun modo copertura nell’ambito del provvedimento”, hanno replicato i dem Maria Cecilia Guerra e Arturo Scotto. E la tensione è salita ancora dopo l’intervento del vicepremier e ministro degli Esteri Antonio Tajani all’Assemblea di Coldiretti: “In Italia non serve il salario minimo. Serve un salario ricco, perché non siamo nell’Unione Sovietica in cui tutti avevano lo stesso stipendio”. Le opposizioni hanno dato battaglia e grazie all’ostruzionismo il voto sull’emendamento soppressivo della maggioranza è slittato a mercoledì. Ma più tardi Rizzetto ha deciso di convocare la commissione già per la serata. “Auspico che nella destra non prevalgano tentazioni per favorire un blitz, magari notturno, per espropriare la Camera del diritto di dibattito”, ha avvertito il capogruppo del Pd in commissione Lavoro alla Camera, Arturo Scotto. Il blitz alla fine non c’è stato: la riunione è finita poco dopo le 22 e si riparte mercoledì alle 13, con gli interventi di Giuseppe Conte, Nicola Fratoianni e Matteo Richetti.

“Con che faccia vi rivolgerete alle famiglie dopo aver votato quell’emendamento soppressivo? Vi chiediamo di ritirarlo. L’urgenza affrontata qui non può essere spazzata via con un emendamento soppressivo”, ha attaccato la segretaria dem Elly Schlein, che nel pomeriggio aveva ricordato come “3,5 milioni di lavoratrici e lavoratori, secondo l’Istat, sono poveri anche se lavorano” e “i sondaggi dicono che c’è un supporto del 75% delle italiane e degli italiani” al salario minimo. Se l’emendamento soppressivo del centrodestra passasse, la proposta di legge di tutta l’opposizione approderebbe comunque in Aula il 28 luglio ma con il mandato contrario al relatore e a quel punto andrebbe espresso comunque un voto per un eventuale rinvio in commissione o una sospensiva.

L’evocazione del “pericolo rosso” fatta da Tajani ha scatenato anche qualche ironia: “Dunque Germania, Francia e Spagna (solo per fare alcuni esempi) per il ministro degli Esteri italiano sono l’Unione Sovietica”, ha scritto in un tweet Stefano Patuanelli (M5s). Mentre Carlo Calenda, segretario di Azione, ha fatto notare che “Tajani ha detto un’imbecillità sul salario minimo, e sorprende che un ministro degli Esteri non conosca che c’è in tutti i Paesi del G7, come gli Stati Uniti e la Francia, che non sono sovietiche. La Germania, per esempio, ha aumentato il salario minimo più volte perché c’è un problema di inflazione che ha colpito le persone più povere”. Il presidente del M5S Giuseppe Conte ha risposto nel merito: “Ricco per chi? Per politici, parlamentari ed ex parlamentari, a cui hanno ripristinato tutti i vitalizi? A Tajani e Forza Italia lasciamo le battaglie per i soliti privilegiati, noi continueremo a lottare per quasi 4 milioni di lavoratori che non arrivano a guadagnare neanche 9 euro l’ora. Meritano rispetto e dignità“, scrive in un tweet.

“Per Tajani non bisogna adottare il salario minimo altrimenti saremmo come l’Unione Sovietica. Dunque Germania, Francia e Spagna (solo per fare alcuni esempi) per il ministro degli Esteri italiano sono l’Unione Sovietica”, scrive in un tweet Stefano Patuanelli. Interviene direttamente in commissione Lavoro alla Camera la deputata del M5S Chiara Appendino: “In Italia il lavoro povero è una piaga sociale, parliamo di 4,5 milioni di persone povere da lavoro e il governo non sta facendo nulla, come su caro vita, caro bollette e mutui schizzati alle stelle. Il salario minimo è uno strumento di dignità che rafforza la contrattazione collettiva sana e fa alzare gli stipendi, c’è in 21 Paesi su 27 in Ue“. “Anche la grande maggioranza degli elettori del Centrodestra vuole questa misura, cosa deve ancora succedere per farvi capire che serve? Per dirvi contrari al salario minimo ormai vi arrampicate sugli specchi in modo imbarazzante: il vostro accanimento ideologico è incomprensibile e offensivo verso i lavoratori”, conclude Appendino. “No”, non è come in Unione sovietica, prova poi a chiudere le polemiche il ministro delle imprese, Adolfo Urso. “Noi abbiamo uno strumento che si è consolidato più che in altri paesi, ed è la contrattazione collettiva con il confronto con le parti sociali che copre la gran parte dei processi produttivi e la gran parte di chi lavora in Italia”.

“Non è un capriccio delle opposizioni aver chiesto la calendarizzazione del disegno di legge sul salario minimo. Riteniamo, pur nelle nostre differenze, di aver offerto un punto di vista comune per affrontare l’emergenza principale di questo Paese, quella salariale”, aggiunge il deputato del Partito Democratico della commissione Lavoro e responsabile Pd per la Coesione territoriale, Marco Sarracino. “Ci dite che serve un ‘salario ricco’. E che significa? Per noi aumentare i salari è la priorità, ma la maggioranza ci dica come intende arrivarci. Non certo con il solo taglio del cuneo fiscale, che noi riteniamo necessario ma per come lo avete fatto è praticamente insufficiente e dura solo alcuni mesi. Parlate tanto di famiglia, ma se il salario medio per un under 35 è 850 euro al mese, come si fa a creare una famiglia, accendere un mutuo?“.