Il timore di contestazioni, anche da parte dei parenti delle vittime di mafia, ha portato la presidente del Consiglio Giorgia Meloni a disertare la fiaccolata di domani sera a Palermo in occasione del trentunesimo anniversario della strage di via D’Amelio in cui persero la vita Paolo Borsellino e cinque membri della sua scorta. A Palazzo Chigi, infatti, si temevano proteste e contestazioni nei confronti della premier e del suo governo dopo le ultime uscite del ministro della Giustizia Carlo Nordio contro il concorso esterno in associazione mafiosa: così Meloni andrà domani mattina alla commemorazione istituzionale alla caserma Lungaro ma non domani sera alla fiaccolata. “Motivi di ordine pubblico”, spiegano da Palazzo Chigi. Questo nonostante domenica Meloni sembrava aver dato per certo la sua partecipazione alla fiaccolata: “Ci sarò anche quest’anno”, aveva detto.
A pesare è soprattutto il timore di proteste da parte dei palermitani e dei familiari delle vittime, alcuni delle quali (come Maria Falcone) hanno attaccato il governo dopo le ultime dichiarazioni di Nordio sul reato di concorso esterno. “Volteremo le spalle agli impresentabili – ha detto oggi Salvatore Borsellino, fratello di Paolo, a Repubblica – Se avrò modo di incontrare la premier Meloni le vorrei chiedere come si concilia il suo entrare in politica dopo la strage di via D’Amelio, con le esternazioni di un suo ministro”. Come raccontato dal Fatto, anche l’ex procuratore di Palermo e oggi senatore del M5S Roberto Scarpinato domani sarà a Palermo in funzione anti-Meloni. Anche questo fattore ha avuto un peso nella scelta della premier.
E quindi domani mattina alle 8.45 Meloni deporrà una corona di alloro all’ufficio scorte della caserma Lungaro e poi presiederà un comitato per l’ordine e la sicurezza. A margine dell’evento la premier dovrebbe fare dichiarazioni alla stampa per mostrare che il suo governo non farà passi indietro nella lotta alla mafia.
Venerdì, invece, non sarà presente alla giornata di convegni organizzata da Fratelli d’Italia con ministri, sottosegretari e dirigenti di partito per parlare di lotta alla mafia. In nessuno di questi eventi ci sarà il ministro della Giustizia Carlo Nordio.