“Da quando ero bambino, solo un obiettivo. Dalla parte degli ultimi, per sentirmi primo”. Bisogna partire proprio dalla sua canzone manifesto “Sogni appesi” – che chiude la scaletta – per comprendere meglio il mondo e la musica di Ultimo. Il cantautore romano, dopo i tre sold out all’Olimpico con 195mila presenze totali dichiarati dall’organizzazione, è sbarcato allo Stadio San Siro ieri sera per il primo dei due concerti (dichiarati sold out) previsti a chiudere il tour. Secondo i dati forniti dall’organizzatore Vivo Concerti per le due tappe milanesi le presenze sono in totale: 120.532. Intanto sono già stati annunciati altri cinque stadi per il 2024: l’8 giugno a Napoli, il 15 giugno a Torino, il 22 giugno a Roma, il 28 giugno a Messina e il 6 luglio a Padova.
In soli sei anni, il 27enne Niccolò Moriconi, ha bruciato le tappe di una carriera folgorante. Tra Festival di Sanremo, dischi di platino e tour sempre più grandi. Una mole di pressione difficile da reggere e, non a caso, la conferma indiretta arriva anche dal documentario “celebrativo” di Prime Video “Vivo coi sogni appesi”. In alcune immagini Ultimo si mostra fragile con le sue mille insicurezze (acuiti specie durante la pandemia, tutti sentimenti raccolti nell’album “Solo”) e una ipocondria galoppante. Comprensibile. Tutto questo viene trasportato principalmente sul palco, come fa sempre l’artista che preferisce il contatto col pubblico dal vivo alle interviste con i giornalisti per raccontarsi a 360 gradi. Il nuovo inedito “Paura Mai” è eloquente: “Ho paura di un futuro vuoto, di cucinare per me solo, della tv di notte appesa per non sentirmi solo in casa. Eppure sai, non ho paura, paura mai di guardarmi dentro, quando è buio fuori, quando tutto è spento, ma troverò i colori e se avrò paura, io so che è normale questa vita passa, ma non scompare”.
Da un lato queste sono le fragilità di Ultimo e poi c’è un altro aspetto della sua personalità, quella più scanzonata, ironicamente ‘coatta’, capace di prendere qualche titolo di alcuni articoli di critica, non proprio benevoli, sbatterli sul megaschermo davanti ai fan e con “Canzone stupida” intonare col dito medio alzato: “Canzone stupida come te, come quello che scrivi”. Decontestualizzato sembra quello che è: intolleranza alle critiche. Se questa risposta in musica – che ha sollevato nei giorni scorsi polemiche e levate di scudi tra pro e contro – lo si inserisce nello storytelling di Ultimo tutto ha, paradossalmente, un senso. Da lui ci si aspetta proprio questo. Una reazione di “pancia” per chi crede (giustamente) al proprio lavoro con tutto sé stesso, lontano da ipocrisie o strategia di ‘captatio benevolentiae’. In fondo anche Ultimo stesso lo sa bene che, a volte, quando si spinge sull’acceleratore ci sono anche delle conseguenze. Lui ne prende atto e va avanti.
E poi c’è il concerto, così pieno di canzoni intense – molte inserite anche nei medley – per celebrare tutti e cinque gli album dal primo “Pianeti” del 2017 all’ultimo “Alba”, che prende il nome del brano sanremese che si è classificato (a sorpresa) al quarto posto. E quindi in scaletta non potevano mancare brani come “Piccola stella”, “Poesia senza veli”, “Il ballo delle incertezze”, “La stella più fragile dell’universo”, ma anche “Colpa delle favole”, “Tutto questo sei tu”, “Supereroi”, “Alba”, “Solo” e “Rondini al guinzaglio”. Tutte canzoni che, in questi anni, hanno conquistato una fetta di pubblico rimasto “orfano” di un cantautorato che raccontasse illusioni e disillusioni della generazione dei 20-30enni.
La dimostrazione lampante arriva dalle parole di alcuni fan, raccolte nel, già citato, docu-film “Vivo coi sogni appesi”. C’è Luca di Roma: “Mi piace perché rappresenta molto quello che quelli che stanno qui sono. Ultimi, incompresi”. Poi Angelo: “Ci sono momenti dove mi ha aiutato tanto anche con la depressione, dopo la perdita di mio fratello” e Lodovica: “Mi ha aiutato ad attraversare momenti molto difficili perché ero stata ricoverata per nove anni di anoressia ed è stata una rinascita per me”. Il potere salvifico della musica. È, naturalmente, “Sogni appesi” a concludere un viaggio musicale che chiude un bel concerto semplice, ma imponente con un megaschermo verticale (ottima la regia e c’è da scommettere che lo show sarà trasmesso in televisione) a incorniciare il volto e gli occhi dell’artista (un po’ come fa da anni Vasco Rossi) e un pubblico presente, scatenato con la voglia di urlare e liberarsi del peso interiore. E lì Ultimo li incita con la mano, scandisce i tempi e fa saltare i fan. Il talento di saper intrattenere.
E allora cosa consigliare di più a Ultimo? Di credere di più in sé stesso, di andare avanti per la propria strada, senza però farsi incantare dalle sirene degli “yes man” o dai riscontri numerici. Perché, spesso, non va sempre bene e non bastano solo i numeri. Le critiche o le perplessità espresse, dopotutto, fanno parte integrante della carriera di ognuno di noi. Nessuno escluso. In fondo, anche questo fa parte della crescita umana e artistica.
LA SCALETTA DI SAN SIRO 1. Sono pazzo di te 2. Ovunque tu sia 3. Ti va di stare bene 4. Paura Mai 5. Sabbia 6. Nuvole in testa 7. L’unica forza che ho 8. Piccola stella 9. Poesia senza veli 10. Vivo per vivere 11. Il ballo delle incertezze 12. Amati sempre” Medley acustico con la band: 13: La stella più fragile dell’universo /Tu/ Cascare nei tuoi occhi/Peter Pan/ Farfalla bianca/Chiave/Buongiorno vita 14. Ipocondria 15. Canzone stupida”16. Colpa delle favole 17. Sul finale Medley alla chitarra: 18. Quel filo che ci unisce/Tutto questo sei tu 19. I tuoi particolari 20. Supereroi Medley piano e voce: 21. Alba/Amare/ L’eleganza delle stelle/Solo/Giusy/Rondini al guinzaglio 22. Vieni nel mio cuore 23. Ti dedico il silenzio 24. Pianeti 25. 22 settembre 26. “Sogni appesi”
(Foto Elena Di Vincenzo)