I senatori di M5s, Pd e Avs della commissione Finanze del Senato disertano la discussione generale sulla delega fiscale per protesta contro la maggioranza che ha respinto la richiesta di audire Agenzia delle entrate, Anci e Upi. “Calpesta il lavoro della commissione in sfregio ai gruppi di minoranza”, hanno scritto in una nota i parlamentari, mentre il senatore del Pd Antonio Misiani ha parlato di “un atteggiamento di chiusura incomprensibile, non accettabile, nel momento in cui stiamo discutendo della proposta Salvini, del condono e dei 30mila euro, che incrocia i contenuti della delega”. La relatrice della delega Antonella Zedda (FdI) ha respinto le accuse: “Le loro richieste erano di ulteriori audizioni che noi abbiamo concesso e fatto lunedì, peraltro con l’opposizione assente. Abbiamo il termine per gli emendamenti alle 12 di venerdì. Abbiamo due convocazioni di discussione generale per oggi nel primo pomeriggio alle 13.30 e poi in notturna dalle 20. Considerando che ieri l’opposizione ci ha fatto perdere tutta la giornata, la discussione generale si deve fare, quindi abbiamo proposto un ampliamento dei tempi della discussione generale dalle 20 di oggi: ci sarà il governo, ci sarà il relatore, speriamo che ci siano anche le opposizioni”. Nel pomeriggio la commissione ha poi deciso di consentire nuove audizioni e qualche ora in più, fino alle 18 di venerdì, per presentare gli emendamenti.
Intanto in un’intervista a La Stampa Federico Freni (Lega), sottosegretario al ministero dell’Economia, dice che il nuovo saldo e stralcio proposto da Salvini potrebbe arrivare “con la legge di bilancio” e critica “con questa retorica stantìa di un centrodestra a favore dell’evasione, le parole di Ruffini sono state strumentalizzate”. La Lega, il centrodestra, “ha un’unica posizione: quella contenuta nel programma elettorale che gli italiani hanno votato il 25 settembre, che fa espresso riferimento alla pace fiscale. La stessa posizione che ritroviamo nella delega: un nuovo assetto organico del sistema, oggi troppo frammentato; una riduzione strutturale della pressione fiscale, privilegiando i redditi medio-bassi; un nuovo rapporto tra contribuente e Stato, insomma. La pace fiscale è parte integrante di questo sistema“.
Curioso che sembri di un altro avviso il viceministro Maurizio Leo, che a margine dei lavori sulla delega ha spiegato: “Personalmente ragiono sull’esistente, che sono oggi la delega fiscale e la rottamazione che deve fare il suo corso, le istanze sono state presentate entro il 30 giugno, l’Agenzia delle entrate deve entro settembre mandare la proposta e poi si devono fare i pagamenti. Poi non dipende da me, quindi vediamo se qualcuno ne parlerà”.
La pace fiscale è “un’azione che noi sosteniamo e già nella delega fiscale c’è qualche principio in favore di questo concordato, ma penso che si possa fare qualche passo in più”, ha detto dal canto suo il ministro degli Esteri e segretario di Fi, Antonio Tajani, a Morning News. “La proposta di FI presentata nella scorsa legislatura non è affatto un condono fiscale. E’ riservata a chi ha sempre pagato le tasse e che si è trovato in difficoltà non per dolo, ma perché impossibilitato a farlo a causa della crisi. Per queste persone si può arrivare a uno sconto fino al 40% purché si paghi subito“. Se c’è uno sconto rispetto al dovuto, va ricordato, si tratta per definizione di un condono.