Il presidente Abdel Fatah al-Sisi ha deciso di concedere la grazia a Patrick Zaki, il ricercatore dell’Università di Bologna arrestato nel febbraio 2020 e accusato dal governo egiziano di aver diffuso notizie false con un articolo scritto nel 2019 sugli attentati dell’Isis e su due casi di discriminazione nei confronti della comunità copta. Zaki sarà rilasciato giovedì mattina alle nove, ora locale egiziana, le otto in Italia: lo ha detto Khaled Ali, un noto avvocato e attivista politico, ex-candidato alle presidenziali egiziane, contattato per telefono dall’Ansa. “La Gazzetta ufficiale ha appena pubblicato la notizia della liberazione di Patrick George Zaki e Mohamed el Baqer, che saranno rilasciati domani alle 9 del mattino”, ha detto Khaled, fra l’altro presidente della ong “Centro egiziano per i diritti sociali ed economici” (Ecesr).

Il processo, che poteva costare a Zaki fino a cinque anni di carcere, si è concluso il 18 luglio con la condanna a tre anni e 14 mesi di carcere ancora da scontare dopo i 22 passati in custodia cautelare. Dopo la sentenza, l’immediata richiesta di grazia da parte del Comitato presidenziale per la grazia da cui erano trapelate notizie positive: “Abbiamo ricevuto segnali positivi dallo Stato”, ha scritto su Facebook Tariq Al-Awadi, attivista per i diritti umani e membro del Comitato che ha rilanciato la decisione presidenziale resa nota dalle autorità. L’attivista Khaled Ali, sulla propria pagina, ha poi pubblicato il decreto presidenziale: “Il Presidente Abdel Fattah al-Sisi ha usato i suoi poteri costituzionali ed emesso un decreto che concede la grazia a un gruppo di persone contro le quali sono state pronunciate sentenze giudiziarie, tra cui Patrick Zaki e Mohamed El-Baqer (avvocato per i diritti umani detenuto dal 2019, ndr), in risposta all’appello del Consiglio dei segretari del Dialogo Nazionale e delle forze politiche”.

Quanto al rientro in Italia, che la premier Giorgia Meloni annuncia già per “domani” (giovedì, ndr), la legge egiziana dovrebbe prevedere un ulteriore passaggio. Come spiegato all’Ansa da una fonte egiziana informata sulle procedure giudiziarie nel Paese, la grazia permette di riacquistare subito la libertà, ma “la cancellazione di Zaki dalla lista nera“, quella che impedirebbe il rientro in Italia, “deve avvenire in virtù di una sentenza del tribunale”. Al contrario, riferiscono le agenzie di stampa, ci sarebbe già “l’impegno dell’intelligence, attraverso l’Aise, per organizzare il trasferimento di Patrick Zaki in Italia nelle prossime ore. Non ci sarebbe alcun divieto di espatrio per l’attivista”. Ad auspicare una pronta soluzione di questo ulteriore passaggio è stata innanzitutto Amnesty International Italia, che ha ricevuto la notizia della grazia mentre era in presidio a Roma contro la condanna. “Se ieri era un giorno catastrofico – ha detto il portavoce Riccardo Noury – oggi è un giorno di felicità”.

Applausi in Senato, con la seduta interrotta e dichiarazioni di soddisfazione per quella che la maggioranza rivendica come un importante risultato del governo e del “ritrovato prestigio nazionale grazie alla politica estera multilaterale della premier Meloni”, affermano i parlamentari di Fratelli d’Italia. Dopo la condanna, Meloni aveva assicurato che “il nostro impegno per una soluzione positiva del caso di Patrick Zaki non è mai cessato, continua, abbiamo ancora fiducia”. La grazia concessa a Zaki sarebbe frutto di una “lunga e costante trattativa” tra Roma e Il Cairo, scrive l’Ansa. “Che ha visto protagonisti la premier Meloni, il ministro degli Esteri Antonio Tajani, più volte in missione in Egitto in questi mesi, e l’Aise, l’agenzia di intelligence che si occupa dell’estero”, è quanto l’Ansa attribuisce alle sue fonti, coerenti col videomessaggio in cui Meloni ringrazia Al Sisi e le intelligence italiana ed egiziana. Ma a festeggiare sarà soprattutto la città di Bologna, dove lo aspetta la sua compagna e dove amici e attivisti avevano subito manifestato contro la condanna. “E’ una grande gioia per Bologna, spero significhi abbracciarlo presto e riaverlo in città. Bisogna ringraziare anche tutti gli attivisti che si sono spesi per Patrick, Amnesty, il rettore, la professoressa Rita Monticelli, i governi che si sono succeduti e anche l’ultimo governo, che ha dialogato con l’Egitto. Per ora mi fermo qui, attendiamo altre notizie e speriamo che Patrick possa lasciare il Paese”, ha detto il primo cittadino di Bologna, Matteo Lepore.

Solo il 5 luglio scorso Zaki si era laureato con 110 e lode all’Università Alma Mater di Bologna. Dopo la condanna emessa dal Tribunale di Mansura, Zaki era stato arrestato in tribunale in vista del suo trasferimento alla stazione di polizia di Gamasa. E i suoi legali avevano annunciato un immediato ricorso contro la sentenza: “Chiederemo al governatore militare di annullare la sentenza o di far rifare il processo come è avvenuto nel caso di Ahmed Samir Santawy“, aveva spiegato Hoda Nasrallah parlando all’Ansa. Il giovane era stato rinviato a giudizio il 13 settembre del 2021 dopo 19 mesi di custodia cautelare. A ogni udienza la custodia veniva rinnovata di 45 giorni. Dal 7 febbraio 2020 all’8 dicembre 2021 era stato detenuto in più carceri egiziane. Quando era stato scarcerato aveva ringraziato per le numerose manifestazioni organizzate per chiedere il suo rilascio.

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Patrick Zaki, i tre anni e mezzo di incubo giudiziario tra infiniti rinvii, ostacoli alla difesa e sofferenze in carcere

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