Il presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha autorizzato la presentazione alle Camere del ddl Nordio, il disegno di legge recante modifiche al codice penale, al codice di procedura penale, all’ordinamento giudiziario e al codice dell’ordinamento militare. La “(contro)riforma Berlusconi”, ovvero il pacchetto di norme “garantiste” presentato – dopo mesi di annunci – dal Guardasigilli e dedicato dal governo al fondatore di Forza Italia appena scomparso, prevede tra il resto la cancellazione dell’abuso d’ufficio, il traffico d’influenze ridotto ai minimi termini, i limiti alla pubblicazione delle intercettazioni (e alla possibilità di citarle negli atti), l’inappellabilità delle sentenze di proscioglimento per una serie di reati. E soprattutto un depotenziamento delle misure cautelari a tutto vantaggio dei colletti bianchi: per arrestare i corrotti bisognerà avvertirli cinque giorni prima.
Il via libera di Mattarella era atteso da settimane e la giustizia è stata anche al centro di un faccia a faccia tra il capo dello Stato e la premier Giorgia Meloni giovedì 13 luglio. Secondo diverse ricostruzioni, proprio in quell’occasione Meloni ha promesso al presidente della Repubblica un passo indietro ad esempio sull’abuso d’ufficio. Il giorno prima di quel vertice, il ministro Nordio aveva anche manifestato la volontà di smantellare il concorso esterno in associazione mafiosa, definito “un reato evanescente”.
Proprio oggi la premier Giorgia Meloni ha chiuso ad ogni possibile cambiamento su questo fronte: “Le cose che si devono fare si fanno, mentre del resto si può evitare di parlare. Nordio ha risposto a una domanda in tema di concorso esterno in associazione mafiosa, ma lui stesso ha detto subito che non era una cosa prevista nel programma di governo del centrodestra, e infatti non c’è e infatti non c’è stato alcun provvedimento su questo”. Una chiusura netta e definitiva. Che risponde anche a quanto sottolineato dallo stesso Mattarella nella sua dichiarazione in occasione del 31esimo anniversario dalla strage di Via d’Amelio: Paolo Borsellino e Giovanni Falcone “avevano dimostrato che la mafia poteva essere sconfitta. Il loro esempio ci invita a vincere l’indifferenza, a combattere le zone grigie della complicità con la stessa fermezza con cui si contrasta l’illegalità”.