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Treni lumaca, passeggeri dimenticati e collegamenti una volta al mese: il governo taglia nastri, ma le nuove tratte sono una beffa

Per il Roma-Pompei si sono spostati la premier e il ministro della Cultura: una parata con codazzo di fotografi ufficiali, mega-forbici per l’inaugurazione e toni trionfali. Il collegamento Bari-Napoli invece è stato rivendicato con forza da Matteo Salvini, perché la sinistra “non è stata in grado di realizzarlo”. Gratta e gratta però sotto la patina di annunci mirabolanti, resta poco quanto nulla. Perché il collegamento in Frecciarossa tra la capitale gli scavi romani era stato stato annunciato come operativo una volta al mese – poi, almeno ad agosto, opererà una volta a settimana – e perfino la tratta diretta tra il capoluogo pugliese e quello campano rischia di essere un flop perché l’Intercity di Trenitalia è più lento delle soluzione già disponibili. I nuovi treni decantati dal governo, insomma, sono un bluff. E una beffa per chi immaginava tempi più rapidi e maggiore frequenza.

Per non parlare del tragicomico ritorno della Freccia della Versilia, il treno che dagli Anni 50 fino al 2020 ha trasportato decine di migliaia di cremonesi a Forte dei Marmi, Marina di Pietrasanta e così via: lo scorso week end è tornato a coprire la tratta da Cremona al mare il sabato e i festivi dopo tre anni e mezzo di stop. E l’esordio è stato da incubo, perché il personale di Trenitalia e di Trenord non ha concordato la stazione in cui avrebbe dovuto darsi il cambio, lasciando a terra, a Fornovo di Taro, circa 300 passeggeri che rientravano dalla Toscana. Un disguido tecnico che rappresenta solo l’ultimo dei disagi riscontrati sulla linea ferroviaria italiana, dove otto treni su dieci – i dati sono di Rete ferroviaria italiana – arrivano puntuali o con un ritardo inferiore ai dieci minuti. Una percentuale al di sotto degli standard dei principali Paesi europei, come raccontato da Il Fatto Quotidiano.

Intanto il governo taglia nastri. Domenica la presidente del Consiglio Giorgia Meloni e il ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano si sono accomodati nelle carrozze del Frecciarossa 1000 che porterà i turisti da Roma Termini a Pompei in 107 minuti. Nessuno però ha chiarito che il treno era in programma una volta ogni 30 giorni, nella terza domenica del mese. Il trambusto è stato così forte da spingere a una correzione: “Dal 6 agosto sarà attivo tutte le domeniche”, hanno precisato Sangiuliano e Salvini. Non una manovra spot, ma poco ci manca, per il treno che si muoverà da Termini alle 8.53 e dopo una fermata a Napoli Centrale prevista alle 10.03 giungerà a Pompei trentasette minuti dopo. Da lì è prevista una navetta fino agli scavi. Al ritorno andrà anche peggio perché il percorso inverso verrà coperto in 2 ore e 15 minuti. Solo una sola volta al giorno. Tra l’altro, anche senza il Frecciarossa 1000, Pompei è già raggiungibile cambiando a Napoli e utilizzando poi i treni regionali (circa un’ora di percorrenza) o la ferrovia Circumvesuviana. Le opzioni in campo? Erano già una quarantina.

Ma vuoi mettere la comodità di salire a Termini e scendere dal treno a pochi chilometri dagli scavi? Che poi è un po’ la stessa filosofia di cui si è innamorato Matteo Salvini negli ultimi mesi a proposito del treno diretto Bari-Napoli. I due capoluoghi di regione sono finalmente collegati senza necessità di effettuare il cambio a Caserta. In attesa dell’Alta velocità, però, il collegamento verrà garantito da un’Intercity più lento della soluzione con il cambio. Chi deciderà di salire sul convoglio diretto ci metterà mezz’ora in più: 4 ore e 10 minuti invece di 3 ore e 38.

Aspetti che forse Salvini non conosceva, nonostante sia ministro delle Infrastrutture, quando a giugno annunciava: “A luglio sarò orgoglioso di fare il primo viaggio con il collegamento ferroviario diretto Bari-Napoli perché un treno, un ponte, un aeroporto non sono di destra o di sinistra”. Con tanto di bordata alla sinistra: “L’ha promesso senza mai realizzarlo”. In realtà i lavori – sbloccati dal governo Renzi quasi nove anni fa – sono in corso e a Salvini sarebbe bastato aspettare invece di annunciare un treno diretto “lumaca” e per giunta che collega le due città una sola volta al giorno. I primi tratti ad “alta velocità” dovrebbero entrare in funzione a dicembre 2024, assicura Ferrovie dello Stato, e in ogni caso il progetto da 5,8 miliardi di euro – finanziato per circa il 25% con i fondi del Pnrr – dovrà essere ultimato entro il 2026. A quel punto ci vorranno solo 2 ore per trasferirsi da Bari a Napoli. Ben che vada Salvini, se sarà ancora ministro, potrà esultare di nuovo.