Attualità

Vecchioni intervistato da Scanzi: “Quando Geronimo La Russa e i suoi amici mi rubarono anche le mutande”. La replica: “Falsità, querelo”

di F. Q.

Intervistato da Andrea Scanzi a Firenze, in un evento in programma al festival La Gaberiana dedicato a Giorgio Gaber, il cantautore Roberto Vecchioni ha ricordato un episodio che lo ha coinvolto oltre 25 anni fa e che tocca il figlio di La Russa, Geronimo. Si tratta del primogenito, fratello di quel Leonardo Apache che da settimane occupa le prime pagine dei giornali per essere stato accusato di aver stuprato una ragazza. “Mia figlia aveva 14 anni, era il 1997. Per la prima volta fece una festicciola in casa con quattro amiche. Noi andammo a casa di mia mamma che abitava vicino” ha cominciato a raccontare Vecchioni. “Dopo pochissimo comincia ad arrivare gente. Ragazzi di 17, 18, 19 anni, molti minorenni e molti maggiorenni. Sono entrati in casa e mi hanno rubato di tutto. Tutti i portasigari, mi hanno addirittura rubato le t-shirt e le mutande. A quel punto denuncio e un po’ di loro li beccano. Dico solo come si chiamava il ragazzo così si capisce chi è il padre. Il ragazzo si chiama Geronimo. Tutto è finito in una bolla di sapone”.

Un episodio in parte già emerso, raccontato dallo stesso La Russa in un’intervista a Claudio Sabelli Fioretti, nella quale però scaricava le responsabilità sul gruppo di amici che lo accompagnava. Per questo oggi La Russa contesta la versione di Vecchioni, e minaccia azioni legali. “Vecchioni a distanza di 26 anni dovrebbe sapere benissimo che nei miei confronti non ci fu alcuna imputazione e che non fui affatto perdonato in quanto il perdono giudiziale può essere concesso solo a chi è imputato e colpevole e io non lo sono mai stato. Altri giovani conoscenti che parteciparono alla festa della figlia di Vecchioni ebbero invece conseguenze giudiziarie ed io ne presi immediatamente le distanze. È incredibile che Vecchioni, intervistato dal noto giornalista del Fatto, Scanzi, provi a gettare immotivatamente e falsamente discredito su me e sulla mia famiglia già oggetto in questi giorni di particolare attenzione mediatica. Ho dato mandato al mio avvocato Vinicio Nardo affinché tuteli in ogni sede competente la mia onorabilità”

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