“Nessun allentamento in tema di lotta alla criminalità organizzata, anzi”. Per contrastare la mafia il governo “ha fatto tutto quello che andava fatto. Se qualcuno vuole venire a contestare sono i mafiosi. Io sono una persona che si permette sempre di camminare sempre a testa alta, non scappo mai, non sono mai scappata in tutta la mia vita”. Giorgia Meloni, a Palermo per il 31esimo anniversario della strage di via D’Amelio, replica così alle polemiche delle ultime ore seguite all’annuncio della sua assenza alla tradizionale fiaccolata per Paolo Borsellino organizzata dalla destra, che era stata motivata da possibili rischi di ordine pubblico per evitare possibili contestazioni.

“Una notizia inventata“, la definisce. E “soprattutto – chiede la presidente del Consiglio – chi è che dovrebbe contestarmi? Non so se le persone che in buona fede combattono la mafia possano contestare un governo che, come primo atto, ha messo in sicurezza il carcere ostativo, sotto la cui guida i risultati, in tema di contrasto arrivano”, aggiunge Meloni parlando con i giornalisti dopo aver presieduto il Comitato di Ordine e Sicurezza pubblica in Prefettura. Giorgia Meloni è presente a Palermo in occasione delle commemorazioni della strage di via D’Amelio dove vennero uccisi Paolo Borsellino e gli agenti della sua scorta il 19 luglio del 1992. “Chi fa polemiche non aiuta le istituzioni”, ribadisce sottolineando che la sua scelta di non partecipare alla fiaccolata “è stato un tema di agenda, ho preferito fare la cosa più istituzionale, questa mattina. Se avessi partecipato solo alla fiaccolata mi avrebbero detto che non è la cosa più istituzionale”. Meloni infatti ha deciso di prendere parte alla cerimonia commemorativa in memoria delle vittime della mafia, alla caserma Lungaro di Palermo, per recarsi poi nel cimitero di Santa Maria di Gesù, dove è sepolto il giudice Paolo Borsellino. Qui ha reso omaggio alla sua tomba con un momento di raccoglimento in suo ricordo. Una decisione già spiegata, con toni più soft, in una lettera pubblicata sul Corriere della sera. Giorgia Meloni ha anche raccontato di avere incontrato Manfredi Borsellino che le ha donato un ritratto del padre: “Mi ha fatto molto piacere. Mi ha ringraziato per esserci, io devo ringraziare lui”, ha commentato.

Incontrando i giornalisti fuori dalla Prefettura di Palermo, Meloni è però costretta a tornare sulle polemiche degli scorsi giorni, dalle parole del ministro Carlo Nordio sul concorso esterno in associazione mafiosa, alla lettera della figlia primogenita di Silvio Berlusconi contro i magistrati di Firenze che indagano sulle stragi del ’93. Su quest’ultimo punto, Meloni prende le distanze e si dissocia con poche parole: “Con tutto il rispetto, non posso considerare Marina Berlusconi un soggetto politico della coalizione”. Oltre a escluderla dal perimetro della maggioranza, pertanto, la breve risposta sembra essere anche una presa di distanze dal coro dei massimi esponenti di Forza Italia a sostegno proprio della figlia del fondatore del partito.

Per quanto riguarda il suo ministro della Giustizia la premier sottolinea: “Le cose che si devono fare e si fanno, mentre del resto si può evitare di parlare”. “Nordio – sottolinea la presidente del Consiglio – ha risposto a una domanda in tema di concorso esterno in associazione mafiosa, ma lui stesso ha detto subito che non era una cosa prevista nel programma di governo del centrodestra, e infatti non c’è e non c’è stato alcun provvedimento su questo”. Al suo ministro della giustizia Meloni contesta di aver dato risposte “da magistrato” quando invece “dovrebbe essere più politico in questo“. Ma trasformare un’opinione in un fatto o un provvedimento del governo “è solo polemica sterile“, taglia corto.

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