“Voglio ringraziare Al Sisi per questo gesto molto importante”. Così la premier Giorgia Meloni in un videomessaggio rivendica il successo per la grazia concessa dal presidente egiziano a Patrick Zaki. Il risultato di una lunga trattativa, cominciata dopo l’arresto del ricercatore dell’Università di Bologna nel febbraio 2020. “Domani Patrick Zaki tornerà in Italia e gli auguro dal profondo del mio cuore, una vita di serenità e di successo”, sottolinea Meloni. La presidente del Consiglio racconta: “Fin dal nostro primo incontro a novembre, io non ho mai smesso di porre la questione e ho sempre riscontrato da parte sua attenzione e disponibilità“. Il riferimento è sempre ad Al Sisi, il leader del regime de Il Cairo che da anni, però, nega all’Italia verità e giustizia per la morte di Giulio Regeni. La premier ringrazia anche “l’intelligence e i diplomatici, sia italiani che egiziani, che in questi mesi non hanno mai smesso di lavorare per arrivare alla soluzione auspicata”.
Il videomessaggio di Meloni arriva dopo che già il vicepremier e ministro degli Esteri Antonio Tajani ha sottolineato i meriti per la la decisione del presidente egiziano Al Sisi, che evita il carcere a Zaki, arrestato nel febbraio 2020 e condannato ieri a 3 anni dal governo egiziano per aver diffuso notizie false. “Abbiamo dato un contributo decisivo per liberare questo giovane studente. Risultati concreti attraverso il lavoro ed una credibilità internazionale”, scrive Tajani. Stesso concetto ribadito dal ministro della Difesa Guido Crosetto: “Non è un atto casuale. È il frutto di lavoro, di rapporti, di serietà, di considerazione, di diplomazia, di senso delle istituzioni, di rispetto. Perché c’è chi passa le giornate a criticare e c’è chi lavora”.
Le opposizioni
Tra le opposizioni, oltre alla soddisfazione per la grazia a Zaky, viene ribadita da più parti la necessità di continuare la battaglia per Regeni. La segretaria del Pd Elly Schlein su Twitter scrive: “In tante e tanti ci siamo mobilitati in questi anni per la sua libertà. Speriamo di riabbracciarlo presto e continueremo a lottare anche per le altre persone ingiustamente imprigionate e la piena verità e giustizia per Giulio Regeni”. “Innanzitutto siamo contenti per Patrick Zaki che da oggi può tornare ad essere libero e a riprendere la sua vita, dato che era stato accusato e condannato ingiustamente. Resta il dolore perché questo ragazzo ha passato 22 mesi nelle carceri del regime egiziano senza aver commesso alcun reato. Ed è per questo che il nostro pensiero in queste ore va alle migliaia di prigionieri politici rinchiusi nelle galere di Al Sisi“, afferma il segretario nazionale di Sinistra Italiana, Nicola Fratoianni, parlamentare dell’Alleanza Verdi Sinistra. “Ora l’Egitto sull’assassinio di Giulio Regeni – prosegue il leader di SI – cambi strada perché i responsabili siano consegnati alla giustizia. Se c’è stato un intervento diplomatico che ha sbloccato la situazione bene, ma se l’intervento diplomatico avesse previsto uno scambio con l’affossamento della verità e della giustizia per Giulio sarebbe un pessimo segnale”.
Il co-portavoce di Europa Verde e deputato di AVS Angelo Bonelli ricorda a sua volta cosa significa la mossa del presidente egiziano: “Siamo contenti che Patrick Zaki torni libero, possa tornare a Bologna e sposarsi con la sua compagna. La grazia di al-Sisi però è la conferma di un sistema feudale che dispone della vita delle persone e che conferma in maniera drammatica che questo è un regime che si basa sulla violazione dei diritti umani per determinare il controllo sociale sulla popolazione. Violazione dei diritti umani su cui il governo italiano non fa nulla, anzi continua negli affari con l’Egitto”. “Noi continuiamo a invocare verità per Giulio Regeni, perché vogliamo vedere gli assassini di Giulio davanti a un tribunale”, conclude Bonelli.
La gioia di Amnesty e di Bologna
Oltre la dialettica politica, c’è l’emozione e la gioia di chi dal primo giorno ha lottato per tenere accessi i riflettori. “Se ieri era un giorno catastrofico oggi è un giorno di felicità“, commenta Riccardo Noury, portavoce di Amnesty International Italia. Un compagno di studi e grande amico di Patrick Zaki, Rafael Garrido Alvarez, esulta: “E’ una notizia bellissima, Patrick lo merita tantissimo e non vediamo l’ora di rivederlo in Italia. Sono contento per lui e la sua famiglia, che ha vissuto anni terribili, aspettiamo Patrick a Bologna a braccia parte“. Il sindaco di Bologna, Matteo Lepore, commenta: “Spero significhi abbracciarlo presto e riaverlo in città. Bisogna ringraziare anche tutti gli attivisti che si sono spesi per Patrick Zaki, Amnesty, il rettore, la professoressa Rita Monticelli, i governi che si sono succeduti e anche l’ultimo governo, che ha dialogato con l’Egitto“. “Per ora mi fermo qui, attendiamo altre notizie e speriamo che Patrick possa lasciare il Paese per averlo qui, è una grande gioia per Bologna, lo voglio ripetere”, conclude Lepore.