Gli ombrelloni, si sa, al giorno d’oggi sono carissimi: è quasi un dovere fare economia di tutto ciò che vi gravita intorno e al di sotto. Sogni compresi. Eh già, perché se nelle estati italiane le sdraio colorate erano il luogo perfetto, per il tramite di un quotidiano nella maggior parte dei casi, per credere possibili anche i sogni più irrealizzabili, oggi tutto è cambiato. È chiaro, per il calciomercato italico è inutile pure metterci il pensiero sul materiale top di gamma: solo acquisti ragionati, funzionali e soprattutto economici. Non necessariamente un male: vedi il Napoli dello scorso anno, il Milan dell’anno prima e così via. E allora non può creare troppo stupore, indignazione men che meno, che l’oggetto del desiderio delle squadre italiane a un mese dall’inizio del campionato sia Alvaro Morata: centravanti spagnolo ormai quasi 31enne, soprannominato El Ariete, girovago delle big europee da inizio carriera tra Real Madrid, Juventus, Chelsea e Atletico Madrid.
Sogno in saldo di mezza Serie A: Mourinho che lo ha lanciato diciottenne al Real ne farebbe volentieri il partner di Dybala alla Roma, ci pensa pure il Milan e Allegri lo riporterebbe volentieri per la terza volta alla Juventus, ma soprattutto è vivo il dialogo con l’Inter. I nerazzurri, visto anche un incontro tra i vertici societari e gli agenti di Alvaro, sono probabilmente la squadra più interessata al centravanti spagnolo per una gamma di ragioni che comprende forse in maniera molto marginale anche l’eventuale sgarro alla Juve viste le caratteristiche di questa sessione di mercato. Ma di certo come sono passati i tempi dei sogni di lusso appartengono alla stessa terra straniera pure le operazioni fatte con l’unico scopo di disturbare o sgambettare le rivali. Perciò, dal punto di vista tecnico per una squadra che perde due attaccanti come Lukaku e Dzeko e senza cifre significative da reinvestire puntare Morata ha una logica. È un attaccante funzionale Morata: intelligente, sa giocare per la squadra e leggere le partite e ha dimostrato nell’arco della carriera di saper far da spalla al goleador di turno, come con Tevez e Dybala ai tempi del primo periodo Juve, con Hazard al Chelsea, con Ronaldo al Real e poi di nuovo alla Juve e infine con Griezmann all’Atletico. Dunque lo stesso potrebbe essere con Lautaro.
Certo, il controcanto è l’evidenza che Morata non sia propriamente un goleador e che l’Inter ha da colmare un vuoto di 28 gol lasciato da Dzeko e Lukaku, con lo spagnolo che però non è né Dzeko, con la sua capacità di fare il regista d’attacco e di tener palla, né Lukaku con la potenza fisica e la progressione in campo aperto. Con Thuram, che pure non è attaccante da 20 gol a stagione e Morata, Inzaghi avrà certamente da cambiare qualcosa. Dovrà cambiarlo con un 26enne che ha la sua prima occasione importante, Thuram appunto, e un 30enne che da inizio carriera gioca nelle big d’Europa rivelandosi sempre funzionale ma mai protagonista indiscusso. Va detto poi che è difficile trovare di meglio alle cifre che è disposta a spendere l’Inter: Morata ha una clausola da 20,5 milioni di euro, l’Inter per ora offre 15 milioni. Alternative possibili come Balogun vengono valutate circa il doppio e pure per Beto l’Udinese non pare orientata a discostarsi da somme vicine ai 35 milioni. C’è anche un ingaggio importante: non meno di cinque milioni di euro all’anno.
Insomma se da un lato è corretta l’etichetta di “usato sicuro” dall’altro ci sarebbe qualche difficoltà a definirla operazione “low cost” considerando che si parla di un calciatore che a ottobre compirà 31 anni e che si andrebbe a inserire in quella che già lo scorso anno era la rosa più “anziana” della Serie A e dove si andranno a inserire il 35enne Cuadrado e presumibilmente il 34enne Sommer: in un calcio in cui le plusvalenze (vere) sono vitali è un dato da tenere in conto. Ovviamente c’è da tenere in conto il modus operandi di Marotta che alle scommesse ha sempre preferito la concretezza: meglio un Barzagli oggi che uno Kvara domani. E coi Barzagli a 300mila euro, Pirlo svincolato, Benatia, Khedira, Darmian, Eriksen, Dzeko e Mkhitaryan, Marotta ci ha vinto diversi scudetti e conquistato tre finali di Champions League: avrà ragione anche con l’eventuale arrivo di Morata?