“E’ sempre ‘come mai non ti abbronzi’ e mai ‘come hai messo bene la protezione solare'”, recita un popolare “meme” che circola in questi giorni sui social. Eh sì, inutile negarlo. Alla fine – che si abbiano 5 anni o 50 – al rientro dalle vacanze scatta puntuale il confronto “braccio a braccio” sul livello di abbronzatura raggiunto durante l’estate. E, con buona pace di Paolina Buonaparte e del suo culto del pallore nobiliare, alla fine a uscirne “vincente” è chi può vantare un colorito più dorato. Instagram rules. Così, se proprio non potete fare a meno di sottoporvi a lunghe ore sotto al solleone di quest’estate rovente, ecco alcuni consigli per abbronzarsi in sicurezza visto che – è sempre bene ricordarlo – l’esposizione scriteriata ai raggi Uv può avere danni seri per la salute causando tumori cutanei come il melanoma e un invecchiamento precoce della pelle.
In primis, è sempre importante proteggersi applicando un filtro. Ovvero una crema solare. E qui sorge sempre spontaneo il dilemma: che protezione metto? “Sembra un paradosso, ma un SPF 30 può avere più capacità protettiva di un SPF 50, soprattutto se quest’ultimo è steso con scarsa frequenza e non abbondantemente, con la convinzione errata che un filtro molto alto debba proteggere comunque”, spiega la dottoressa Mariuccia Bucci, dermatologo plastico ed estetico e presidente di ISPLAD, in un reel sul tema pubblicato sulla sua pagina Instagram. “I filtri con SPF 50, infatti, proteggono la pelle dalla radiazione solare al 98,33% contro il 96,67% di un SPF 30 – sottolinea la dottoressa Bucci -. Non il doppio, dunque, bensì solo l’1,66% in più. Per questo dopo i primi giorni di esposizione basta un SPF 30 con filtri fotostabili applicato con generosità e costantemente, ogni 2 ore circa“.
“La vera discriminate, dunque – prosegue Bucci -, è data dalla buona qualità del solare e dalla corretta stesura“. Quindi il monito: “Per avere la stessa protezione SPF dichiarata in etichetta bisogna applicare 2 mg di prodotto per ogni centimetro quadrato di pelle. Ma da molti test eseguiti è emerso che in realtà si utilizzano dosi molto più basse, nell’ordine di 0,5 mg/cm2, cioè più o meno un quarto. E a queste dosi, un SPF 50 dichiarato in etichetta può scendere a circa 12,5 su viso e corpo mentre un SPF 30 può ‘ridursi’ a 7,5 come fattore di protezione solare”.