Ormai se ne parlava da giorni e lo stesso segretario di Stato americano, Antony Blinken, aveva parlato dell’utilizzo di fornire bombe a grappolo all’Ucraina perché le munizioni cominciano a scarseggiare. E oggi proprio Washington conferma l’utilizzo da parte di Kiev delle micidiali bombe lanciate da velivoli o sistemi di artiglieria che, dopo una prima detonazione, rilasciano in un’area più o meno ampia centinaia di piccole munizioni pronte a esplodere all’impatto col terreno o con edifici, che essi siano militari o civili. Ed è con questi armi – bandite per la loro pericolosità dalla Convenzione di Oslo che né Usa, né Russia, né Ucraina hanno mai ratificato del 2008 – che la controffensiva ucraina prova a ritrovare slancio. L’Ucraina le ha utilizzate nel tentativo di smantellare le posizioni russe ben fortificate che hanno rallentato l’offensiva estiva di Kiev. La notizia – diffusa dal Washington Post – è stata poi confermata dalla Casa Bianca. L’intento di Kiev è chiaro: accelerare la riconquista dei territori occupati che la Russia non ha alcuna intenzione di cedere. Anzi, per il terzo giorno consecutivo Mosca ha colpito nella notte Odessa provocando un morto e danni anche al consolato cinese. Due morti e 20 feriti si contano anche in raid su Mykolaiv.

Sale ancora la tensione sul Mar Nero quindi, dopo la rottura del patto sul grano da parte del Cremlino: Kiev ha annunciato che tutte le navi che raggiungeranno porti russi o dei territori occupati in Ucraina saranno considerate come potenziali “imbarcazioni militari”, in risposta alla decisione simile presa da Mosca per i mezzi diretti ai porti ucraini. Secondo il portavoce del Consiglio di sicurezza nazionale statunitense Adam Hodge, la Russia sta prendendo in considerazione attacchi a navi civili che trasportano grano dall’Ucraina sul Mar Nero per poi incolpare le forze ucraine. In ogni caso, l’intenzione di Mosca è di voler fermare in modo più attivo qualsiasi nave mercantile nel bacino, secondo il ministero della Difesa britannico. Venerdì il Consiglio di Sicurezza dell’Onu si riunirà per parlare delle “conseguenze umanitarie” del ritiro della Russia dall’accordo sul grano, mentre cresce il coro occidentale di condanna contro Mosca. A partire dall’Alto rappresentante Ue Josep Borrell, che ha invitato la comunità internazionale a “rispondere in modo determinato” al tentativo di Mosca di “affamare il mondo”. Con la guerra che non vede tregua all’orizzonte, l’Occidente spinge sul sostegno militare a Kiev: Josep Borrell, alto rappresentante dell’Ue per gli affari esteri e la politica di sicurezza, ha proposto “di finanziare fino a 5 miliardi all’anno per i prossimi 4 anni la difesa Ucraina nell’ambito dell’European Peace Facility” dell’Ue. La diplomazia sembra intanto rimanere al palo e le tensioni tra i due blocchi non accennano a diminuire. Al contrario, Mosca ha convocato l’incaricato d’affari britannico Tom Dodd informandolo di aver emesso restrizioni di viaggio all’interno della Russia per i diplomatici inglesi, in risposta alle “azioni ostili” di Londra.

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