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La cena stellata per 1000 persone diventa un grande e grosso caos: in pochi riescono a mangiare, qualche cameriere sviene e il primo arriva a mezzanotte

Sulla carta doveva essere un evento unico nel suo genere e così è stato. Anche se il finale immaginato era totalmente diverso. Gli organizzatori avevano infatti assoldato per la cena sul molo di San Benedetto del Tronto cinque chef stellati di altrettante città di mare dell’Adriatico. Ma qualcosa è andato storto

Attese infinite, pietanze servite fredde, camerieri costretti a fare un chilometro per portare un piatto dalla cucina alla tavola. Doveva essere un evento unico nel suo genere la serata “Tra il mare e le stelle”, la cena gourmet a dieci mani organizzata sul molo di San Benedetto del Tronto, ma nel giro di poche ore si è trasformata in una puntata di Cucine da incubo in versione stellata. Le premesse perché fosse una notte indimenticabile c’erano tutte ma quasi subito gli oltre mille partecipanti hanno capito che la catastrofe era dietro l’angolo. La classica “cena delle beffe”, stando al racconto di Gambero Rosso.

LA CENA STELLA “DA INCUBO” DI SAN BENEDETTO DEL TRONTO

Sulla carta doveva essere un evento unico nel suo genere e così è stato. Anche se il finale immaginato era totalmente diverso. Gli organizzatori avevano infatti assoldato per la cena sul molo di San Benedetto del Tronto cinque chef stellati di altrettante città di mare dell’Adriatico: Davide Di Fabio (Ristorante Dalla Gioconda Gabicce Monte), Stefano Ciotti (Ristorante Nostrano, Pesaro), Nicola Fossaceca (Al Metrò San Salvo), Francesco Brutto (Ristorante Venissa Mazzorbo – Venezia) e Giuseppe Amato (Miglior Pasticcere del mondo 2021). In menù prevedeva cinque portate per un totale di 130 euro a persona e il prezzo non ha scoraggiato gli avventori tanto che i partecipanti inizialmente erano 700 ma in pochi giorni sono diventati 1150. Quanti di loro siano riusciti effettivamente a gustare qualcosa resta però un mistero. “I piatti erano buonissimi, lo dicono i pochi paganti che sono riusciti a mangiare”, scrive Gambero Rosso. La scarsità di camerieri è stata infatti tale che nell’arco di poche ore la cena si è trasformata in una mezza tragicommedia.

COSÌ LA SERATA È DIVENTATA UN FLOP

“Già dal pomeriggio era chiaro che il numero di addetti al servizio fosse improponibile e scarso, fatto appurato anche dagli stessi chef che hanno espresso il loro malcontento nei confronti dell’organizzazione”, riporta Gambero Rosso. “A San Benedetto c’erano in concomitanza quattro eventi. Il centro bloccato ha portato ritardi nella consegna delle attrezzature per la cucina. In più ci siamo dovuti arrangiare con 30 camerieri in meno perché in questo momento non si trova personale”, ha provato a spiegare Erminio Giudici, organizzatore dell’evento, scusandosi per il disagio e dicendosi pronto a rifarsi il prossimo anno. Sempre che trovi chef disposti a partecipare. Perché i cuochi stellati coinvolti nell’evento non hanno preso bene né la disorganizzazione della serata né la pubblicità negativa che ne è scaturita. “Capisco le accuse dei clienti e so che le attese sono state lunghe e che i piatti sono arrivati freddi. Ma perché mancavano le persone e non erano formate per un evento simile”, ha spiegato lo chef Stefano Ciotti a Repubblica. Che poi ha rivelato: “I nostri piatti uscivano perfetti dalle cucine. Non è un problema cucinare per mille persone. Io parlo per me stesso, ma il discorso è facilmente ampliabile anche ai miei colleghi, che hanno esperienze decennali ad altissimo livello”. I camerieri, costretti a fare 1 chilometro per portare il piatto dalla cucina alla tavola – tragitto ripetuto anche venti volte con in mano un vassoio con sei piatti – a metà serata erano sfiniti e molti hanno abbandonato prima di concludere il servizio. “Noi avevamo i piatti pronti in cucina, ma nessuno a portarli ai tavoli”, aggiunge lo chef, tanto che il dolce non è stato praticamente mai servito.

LE RIVELAZIONI DEI CAMERIERI

La sintesi del Gambero Rosso dice molto dell’esito catastrofico della serata. “Tutto nel servizio è andato storto: un’ora di attesa tra una portata e l’altra, primo piatto servito intorno a mezzanotte, acqua e vini caldi, dipartite dei commensali prima del tempo e portata finale che per alcuni non è stata nemmeno servita”. E i camerieri? Qualcuno si è sentito anche male, c’è chi è svenuto per la pressione bassa, altri invece hanno abdicato sfiniti già poco dopo la mezzanotte. “Peccato che c’erano da servire ancora dei piatti e qualcuno riferisce che in corsa, nella chiusura, anche gli chef hanno cercato di aiutare nel servizio. Più che una serata di lavoro, per i giovani camerieri si è trattato di una notte da incubo”.