Da giovedì 20 luglio fino al 20 agosto in Nuova Zelanda e Australia: una vetrina ancora una volta decisiva per l'intero movimento
Da giovedì 20 luglio fino al 20 agosto, in Nuova Zelanda e Australia si disputano i Mondiali di calcio femminili, una vetrina ancora una volta decisiva, in particolar modo per il movimento italiano. La prima mossa sono i premi individuali destinati alle giocatrici, le quali si divideranno circa 60 milioni di dollari, nel tentativo di avere poi per la prossima edizione parità di premi con gli uomini. Questo tema è molto sentito, tanto è vero che allo scorso Mondiale, il Pallone d’oro norvegese Ada Hegerberg decise di non giocare proprio per protestare contro questa disparità. Il suo sacrificio con estrema lentezza inizia a portare i suoi frutti.
Passando al campo, in questo Mondiale le squadre partecipanti sono 32, divise in 8 gironi. L’Italia è nel gruppo G con la Svezia, squadra sempre di alto livello ma non più quasi ingiocabile come in passato, il Sud Africa e l’Argentina, terza in Copa America lo scorso anno con l’attaccante Yamila Rodríguez che potrebbe dare molto fastidio. Le azzurre stanno vivendo un cambio generazionale necessario dopo gli Europei disastrosi dello scorso anno (eliminazione ai gironi, un solo punto conquistato, sconfitta contro la Francia per 5-1). Il segnale di questo passaggio verso una nuova Italia è stato palese: Sara Gama, capitana della Nazionale con 132 presenze, non è stata convocata, mentre la ct Milena Bertolini ha convocato Giulia Dragoni, classe 2006, che gioca nel Barcellona B, quindi nell’orbita della società che ha vinto l’ultima Champions League.
Altro passaggio di consegne potrebbe esserci in porta con Laura Giuliani del Milan che passerà la titolarità a Francesca Durante, miglior portiere della Serie A con l’Inter, mentre la difesa dovrebbe ancora essere guidata da Elena Linari, campione d’Italia con la Roma, stessa squadra di Manuela Giuliano, motorino indispensabile a centrocampo (altra centrocampista romanista in grande spolvero quest’anno è Giada Greggi). In attacco i soliti nomi: Giacinti, Bonansea, Girelli, ma attenzione a Chiara Beccari, 2004 della Juve che è stata in prestito al Como e ora al Sassuolo.
Un cammino positivo della Nazionale azzurra sarebbe davvero importante: la passione italiana è direttamente proporzionale ai risultati. Per questo fu benedetta l’ondata di entusiasmo che portò società e tifosi a organizzare meglio e seguire di più il calcio femminile dopo i Mondiali 2019 (raggiungimento dei quarti di finale con vittorie su Australia e Cina). Gli scorsi Europei hanno raffreddato gli animi e il Mondiale potrebbe portare nuova linfa. Le squadre favorite però sono altre, prima di tutto la Nazionale due volte iridata (2015 e 2019) degli USA. Ci saranno le colonne della squadra, Alex Morgan, MeganRapinoe e Kelley O’Hara, al loro quarto Mondiale, mentre saranno 14 le calciatrici convocate per la prima volta. Un nome giovane su tutti da tenere d’occhio è quello di Sophia Smith, fantastica attaccante del Portland Thorns.
Insieme agli Usa grande attesa per le campionesse d’Europa dell’Inghilterra, anche se tanto è cambiato rispetto a un anno fa. Non ci sarà la capocannoniere della manifestazione, Bethany Mead, sostituita da Rachel Daly, che giocava in difesa, per poi schierarsi come attaccante e segnare quest’anno 22 gol in 22 partite. Altre due squadre in prima fila sono la Spagna, che sta vincendo tutto nelle categorie giovanili e sta portando in Nazionale maggiore alcuni grandi promesse. A guidare la squadra però saranno ancora Alexia Putellas a centrocampo e Jennifer Hormoso in attacco. E poi la solita Germania, con il suo attacco molto temibile guidato da Alexandra Popp insieme a Lina Magull, giocatrice dalla grande fantasia.
Al di là di queste grandi favorite, tante altre squadre possono giocare un ruolo da outsider. A partire dall’Olanda, che però non potrà schierare Vivianne Miedema a causa della rottura del crociato, il Giappone, in cui c’è anche Moeka Minami, una dei migliori difensori del calcio italiano con la Roma, senza dimenticare la Norvegia, con Ada Hegerberg che questa volta c’è e il Brasile che ha convocato Marta per la sesta volta di fila in un Mondiale. Un record assoluto anche in ambito maschile.