L’aumento dell’aspettativa di vita è tra i più grandi successi della medicina, ma non ci evita l’invecchiamento, che è invece uno dei più gravi problemi delle società moderne: l’aumento dell’età media della popolazione si associa infatti ad aumenti dei costi sanitari e pensionistici che risultano difficili da sostenere. Fin dall’antichità i filosofi si sono chiesti il perché dei fenomeni dell’invecchiamento e della morte, ma la loro prospettiva era in genere erronea e precludeva la reale comprensione del fenomeno. La prospettiva scientifica moderna, ribalta il quesito e si chiede invece quali sono le cause della nostra longevità, e cosa determina la durata della vita, stante che siamo soggetti a innumerevoli malattie tutte potenzialmente capaci di ucciderci. La longevità è dovuta alla nostra capacità di guarire dalle malattie e ripararne i danni, e l’invecchiamento è la conseguenza dei limiti di questa capacità. In questa serie di post presenterò alcuni dati sui meccanismi riparativi dell’organismo e sui loro limiti, nei quali si trovano le principali cause dell’invecchiamento e delle malattie ad esso correlate.

Il nostro corpo, che superficialmente ci appare assai stabile e definisce il nostro essere, va in realtà incontro ad un costante ma imperfetto processo di rimodellamento e ricambio. La maggior parte delle componenti del nostro organismo è soggetta al ricambio: dopo un certo periodo di tempo viene eliminata e sostituita da componenti nuove. Noi ci accorgiamo di questo per fenomeni come la crescita dei capelli e delle unghie o la riparazione delle ferite, ma il processo agisce in profondità. Molti tipi cellulari hanno una durata di vita predefinita: ad esempio i globuli rossi del sangue durano in media circa 120 giorni, poi vengono catturati da cellule specializzate che li distruggono e ne riciclano i componenti biochimici, e al tempo stesso il midollo osseo ne produce di nuovi: ogni giorno vengono distrutti e sostituiti più di 200 miliardi di globuli rossi. Il ricambio è quindi responsabile della nostra longevità e della nostra capacità di guarire dalle malattie che distruggono componenti del nostro organismo. Il meccanismo del ricambio è stato paragonato all’acqua di un fiume: il fiume ci appare costante, ma è fatto di acqua che scorre e perciò cambia costantemente.

Il ricambio ha almeno tre limiti principali, che compromettono la nostra possibilità di essere eterni come il fiume che scorre: in primo luogo è intrinsecamente imperfetto; in secondo luogo ci sono malattie nelle quali il ricambio non è in grado di riportare l’organismo al suo stato iniziale e ottiene delle riparazioni parziali, associate a lesioni o danni permanenti; infine non tutti i componenti del nostro organismo sono capaci di ricambio: alcuni organi si formano nel corso dello sviluppo embrionale e fetale e dopo la nascita hanno capacità di ricambio molto modeste. Il più importante tra questi organi “perenni” è il sistema nervoso centrale. I limiti del ricambio sono principale la causa dell’invecchiamento.

Sia il ricambio che i suoi limiti sono il prodotto dell’evoluzione e della selezione naturale: è infatti conveniente dal punto di vista selettivo che l’organismo sia longevo abbastanza da raggiungere l’età riproduttiva e garantirsi una discendenza; ed è ugualmente conveniente dal punto di vista della specie che ogni organismo sia soggetto a invecchiamento e morte e sia rimpiazzato dalla sua progenie: la generazione dei figli e la morte dei genitori rappresentano un diverso tipo di ricambio, fondamentale per la sopravvivenza della specie.

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