“Non si può parlare di riforma della giustizia cambiando 4 norme relative più a vicende di pancia che ai problemi veri riguardanti milioni di utenti della giustizia. Questa non è una riforma, ma è il solito intervento chirurgico a macchia di leopardo, come tanti a cui abbiamo assistito dall’entrata del codice di procedura penale. Manca tutto“. Così a In Onda Estate (La7) Alfonso Sabella, giudice presso il tribunale di Napoli, boccia il ddl Nordio sulla giustizia, spiegando: “In questa riforma mancano proprio le norme che ci mettano nelle condizioni di poter lavorare. Oggi io magistrato, che devo metterci la faccia sotto il cartello con la scritta ‘La legge è uguale per tutti’, mi vergogno, perché il servizio che diamo ai cittadini è pessimo. Abbiamo fatto così tanti interventi non organici sul sistema giudiziario da averlo devastato”.
E ribadisce: “Certe volte mi vergogno, perché non riesco a a dare risposte decenti ai cittadini che vengono in tribunale, ritenendo di trovare giustizia. E invece trovano situazioni farraginose e una logistica di cui c’è solo da vergognarsi. Ma queste cose da anni non interessano a nessuno. Basti pensare all’applicazione della riforma Cartabia sulle videoregistrazioni: hanno fatto un pasticcio da paura – continua – Dicono che ci sono i soldi del Pnrr e non c’è neppure un server dove riversare quelle videoregistrazioni. Per come è ridotto adesso il codice penale, vi rendete conto che si rischia di più per partecipare a un rave party che a sparare con un kalashnikov in piazza del Popolo?“.
Sabella, infine, invoca una revisione organica del sistema giudiziario e una riforma seria della giustizia: “Ci volete dare degli strumenti con cui lavorare? Guardate, io lancio una provocazione: reintroducete l’autorizzazione a procedere ed estendetela anche ai sindaci o a 100, 1000 persone a vostra scelta. Però, per tutto il resto, fateci lavorare. Fate in modo che, quando io vado in tribunale, posso dare una risposta ai cittadini”.