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Blanco debutta a San Siro sotto il temporale: “L’unica cosa che mi manca è la mia mamma”. Energia, grinta e un po’ di commozione

Sul palco Blanco ha cercato di non deludere le aspettative del grande stadio, che alla fine non sono state deluse, grazie al suo talento. Forse il suo percorso live andrebbe ripensato nella dimensione dei palazzetti, anche in più date, dove confluire il flusso artistico in maniera più unidirezionale, così da arrivare come un pugno in faccia. Come solo lui sa fare

di Andrea Conti

Ho un diavolo sulla spalla destra che mi parla e un angelo su quella sinistra che mi salva”. Sembra la biografia di Instagram, quando in realtà è l’esatta fotografia di chi è Blanco. E infatti lui spara subito questi versi di “Anima tormentata” nel suo secondo concerto in uno stadio a San Siro di Milano, dopo i 40mila all’Olimpico di Roma. C’era molta attesa per Riccardo Fabbriconi, il più giovane artista (20 anni) ad essersi esibito in Italia in uno stadio e a poco più di un anno di distanza dalle due date sold out (6 e 7 aprile 2022) al Fabrique di Milano per il Blu Celeste Tour. Una sfida enorme quella degli stadi, che avrebbe fatto tremare i polsi di qualsiasi artista dell’età di Blanco. È stato un passo più lungo della gamba? Sulla carta (e anche un po’ artisticamente) sì, non c’è dubbio, ma bisogna ammettere che l’energia esplosiva del cantante ha riempito ogni singolo centimetro del palco. Una prova muscolare al pari di un maratoneta che ha coinvolto e ‘spettinato’ chiunque fosse presente. È la forza di Blanco: energia e passione, come un tornado inarrestabile. Il resto sono solo numeri. A proposito di numeri l’organizzatore Vivo Concerti ha dichiarato 55mila presenze. “Non ci credo ancora, è un sogno. Mi sembra impossibile, c’è una persona tra voi che mi ha detto che bisogna credere nei sogni ma io non me lo sarei mai immaginato”, ha dichiarato sul palco Blanco.

Per l’allestimento scenografico pensato per lo stadio – ideato da Fabio Novembre – si è scelto di riprodurre una cattedrale gotica, ispirata nello stile all’ultimo album “Innamorato” e alla scritta che Blanco ha tatuato sulla schiena. Ad affiancare l’artista in due ore di show il produttore Michelangelo, Carmine Landolfi, in arte Bdog, alla batteria ed Emanuele Nazzaro al basso. Il concerto si suddivide in quattro atti e viene introdotto, prima che tutti salgano sul palco, dalle note di “Rose Rosse” di Massimo Ranieri. Lo show si snoda lungo “L’isola delle rose” – il brano sul quale Blanco ha distrutto parte delle rose sul palco di Sanremo, ma ieri sera le rose le ha regalate veramente alla prima fila. E via avanti – sotto un temporale improvviso che ha gasato ancora di più i fan e l’artista – con “Pornografia”, “Ancora ancora ancora” e “Finché non mi seppelliscono”. Non poteva mancare il singolo di successo “Un briciolo di allegria”, dove la voce di Mina si sente in audio diffuso, mentre sullo schermo viene riprodotta la sua sagoma, come avviene peraltro nel video ufficiale.

La dedica ai suoi fan su “La mia famiglia”, ma poi il cantante inaspettatamente con un velo di malinconia dichiara: “L’unica cosa che mi manca davvero stasera è mia mamma che non è qui, ma ringrazio tutti voi perché ci siete”. La commozione è palpabile per una delle canzoni più belle del repertorio di Blanco, “Blu Celeste”, accompagnato da un’orchestra di venticinque elementi. Come già è accaduto all’Olimpico di Roma, su “Lacrime di piombo” Blanco si è fiondato in mezzo al parterre per abbracciare la sua gente. Un bel colpo d’occhio. Però al ritorno sul palco (comprensibilmente lento data la folla) non c’era la musica ad accompagnare l’artista, né si è pensato ad una coda su “Lacrime di piombo”, avendo ancora a disposizione l’orchestra. Dettagli. Colpo d’occhio interessante con l’inquadratura della telecamera da sotto il palco a immortalare il viso di Blanco schiacciato su una grata posta per terra sulle note di “Belladonna”. E via poi con gli ospiti e gli amici “Tutti muoiono” con Madame, il nuovo singolo “Bon Ton” (al primo posto nella Classifica Viral 50 Italy di Spotify e al quarto nella Top 50) di Drillionaire con Lazza mentre Sfera Ebbasta non c’era perché impegnato in una data live, Marracash in “Nemesi” e Mace in “La canzone nostra”. Non poteva mancare Mahmood su “Brividi” che cantata dentro San Siro è creato una atmosfera davvero emozionante.

Rap, rock, melodia e electro-pop. Fisicità ed energia. Sono questi gli ingredienti del carisma di Blanco sul palco che ha cercato di non deludere le aspettative del grande stadio, che non sono state deluse, grazie al suo talento. Forse il suo percorso live andrebbe ripensato nella dimensione dei palazzetti, anche in più date, dove confluire il flusso artistico in maniera più unidirezionale, così da arrivare come un pugno in faccia. Come solo Blanco sa fare e ha dimostrato nel precedente tour. Per il ritorno negli stadi c’è sempre tempo.

LA SCALETTA DI SAN SIRO 1. Anima tormentata 2. L’isola delle rose 3. Pornografia 4. Ancora ancora ancora 5. Finché non mi seppelliscono 6. Sai cosa c’è 7. Un briciolo di allegria 8. Scusa 9. Giulia 10. Ladro di fiori 11. La mia famiglia 12. Nostalgia 13. Innamorato 14. Afrodite 15. La canzone nostra con Mace 16. Belladonna 17. Tutti Muoiono con madame 18. Bon ton con Lazza e Drillionaire 19. Fotocopia 20. Mezz’ora di sole 21. Lucciole 22. Lacrime di piombo 23. Blu celeste 24. Brividi con Mahmood 25. Paraocchi 26. Figli di puttana 27. Nemesi con Marracash 28. Raggi del sole 29. Notti in bianco 30. Mi fai impazzire 31. Vada come vada

(Foto Luca Marenda)

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