La trasmissione resterà identica e andrà in onda sul Nove, anche nel titolo, perché Fazio detiene la proprietà del marchio del programma dal 2007. Discorso diverso in tema social, le pagine legate alla trasmissione sono seguitissime...
Fabio Fazio è andato via da solo o è stato cacciato? Il tormentone proseguirà ancora per molto tempo, ma che il clima tra le parti non sia sereno lo dimostra un nuovo caso che colpisce lo storico titolo “Che tempo che fa” che sbarcherà sul Nove da domenica 15 ottobre. La trasmissione resterà identica, anche nel titolo, perché Fazio detiene la proprietà del marchio del programma dal 2007. Discorso diverso in tema social, le pagine legate alla trasmissione sono seguitissime: 560 mila follower su Twitter, 2 milioni di seguaci su Facebook e ben 600 mila su Instagram.
Numeri che hanno spinto ulteriormente la trasmissione, rendendola la più seguita sui social tra i titoli informativi. Negli ultimi giorni gli account social di “Che tempo che fa” hanno subito una modifica, il logo della Rai ha sostituito il volto di Fabio Fazio e la didascalia fa riferimento all’archivio del programma dal 2020 al 2023. Gli account sono di proprietà della Rai, anche con il cambio di azienda, e può non cederle al gruppo di lavoro del conduttore savonese. La squadra di Che tempo che fa si ritrova alle prese con una nuova grana da risolvere, dovrà ricostruire da capo l’intera struttura social, senza il materiale d’archivio Rai e perdendo milioni di follower.
Una decisione che ha suscitato la reazione della solitamente silenziosa Filippa Lagerback: “Ditemi a casa servono le pagine social che non saranno attive ma solo di archivio”, ha scritto in una Instagram story rilanciata poco dopo anche dal Fazio che si è posto, evidentemente, la stessa domanda. Un commento è arrivato anche da Luciana Littizzetto, nel cast fisso del talk show anche su Nove, che rilanciando un articolo sul tema ha commentato: “Vendetta tremenda vendetta“. La Rai al momento non ha fornito commenti sulla questione, l’addio di Fazio dal servizio pubblico dopo quarant’anni continua a far discutere.