“Nutro una certa diffidenza verso coloro che parlano sempre di legalità e di antimafia e purtroppo le esperienze degli ultimi anni ci dimostrano come ci sia una sorta di mafia dell’antimafia: la speculazione, la demagogia e qualcuno ha tentato anche di costruire carriere sull’antimafia. L’antimafia è un impegno non soltanto culturale ma pratico, quotidiano che va predicato e praticato nella dignità del silenzio”. Sono le parole pronunciate dal ministro della Protezione civile, Nello Musumeci, a margine dell’iniziativa ‘Parlate di mafia’ organizzata a Palermo dai gruppi parlamentari di Fratelli d’Italia di di Camera e Senato. Parole che hanno scatenato le reazioni dell’opposizione. Tra i primi a intervenire Filippo Sensi: “Posso dire che mi vergogno come italiano di un ministro che parla in questi termini dell’antimafia?” ha scritto in un Tweet. “E nei giorni dell’anniversario? Posso dire che mi fanno pena e disgusto queste argomentazioni, questo messaggio, questa posizione, tenuta da chi dovrebbe rappresentare tutti noi?”. Secondo Luana Zanella, presidente di Alleanza Verdi e Sinistra alla Camera, “il ministro Musumeci dà lezioni di antimafia ma dovrebbe guardarsi in casa. Il contrasto ai boss si fa innanzitutto salvaguardando e rafforzando gli strumenti legislativi e non indebolendoli, come propone il suo collega Nordio che vuole affossare l’abuso di ufficio o rivedere addirittura il concorso esterno”