Mentre in Grecia si vive il week end più caldo degli ultimi 50 anni, un migliaio di chilometri più a nord-ovest si scatena una tempesta di pioggia e vento con morti e feriti. Il clima impazzito dell’estate 2023 colpisce buona parte dell’Europa. Nella penisola ellenica, quello in corso, è il fine settimana di luglio più caldo degli ultimi 50 anni, con temperature che potrebbero raggiungere i 45 gradi e il rischio di incendi.
Così i siti turistici più importanti, come l’Acropoli di Atene, hanno deciso di chiudere ai visitatori nelle ore più calde delle giornate. L’appello del governo è stato invece quello di lavorare da casa in regime di smart working per tutti coloro che possono farlo e di evitare di avventurarsi se non necessario. Nel suo ultimo bollettino, il Servizio meteorologico nazionale ellenico (Hnms) ha avvertito che le regioni centrali e orientali della Grecia probabilmente vedranno temperature che raggiungeranno i 44 gradi centigradi nella giornata si sabato.
E domenica potrebbe essere ancora più calda con picchi di 45 gradi nella Grecia centrale. Dopo un leggero calo lunedì, martedì è prevista una nuova ondata di caldo. I funzionari greci temono che questa potrebbe essere la peggiore ondata di caldo dall’estate del 1987, quando centinaia di morti furono collegate al clima estremo.
Mille chilometri più a nord, nella zona centrale della Serbia, si fanno invece i conti con il maltempo che ha colpito la zona della Voivodina, nel nord del Paese. Nella notte tra venerdì e sabato, una violenta tempesta con piogge torrenziali, grandinate e venti fortissime si è abbattuta su Novi Sad e nella zona di Belgrado provocando due morti e una trentina di feriti. A perdere la vita sono stati un ragazzo di 12 anni deceduto a Novi Sad e una donna, morta a Kovacica, non lontano da Pancevo, poco a nord della capitale, nell’incendio che ha bruciato la sua casa dopo che un fulmine aveva colpito un albero vicino.
Anche la capitale serba è stata investita dalla forte perturbazione, con forti disagi alla circolazione e al traffico aereo dell’aeroporto. Prima di arrivare in Serbia la tempesta – sviluppatasi sulla cappa di caldo e temperature torride di questi giorni – aveva infuriato in Slovenia, Croazia e Bosnia-Erzegovina, con feriti e ingenti danni materiali. Mercoledì scorso gli stessi Paesi balcanici erano stati colpiti da una analoga ondata di maltempo estivo con un bilancio complessivo di quattro morti e decine di feriti.
Il caldo, intanto, sta asfissiando anche Malta, alle prese con temperature attorno ai 40 gradi da inizio settimane e che domenica dovrebbe arrivare a 42° rendendo difficile la vita sull’isola per i continui, prolungati black-out provocati, secondo Enemalta (l’azienda di stato fornitrice di energia elettrica), dal surriscaldamento dei cavi sotterranei. “È una situazione senza precedenti”, ha affermato l’amministratore delegato dell’azienda, Jonathan Cardona, specificando che sono stati 42 in 5 giorni i black-out che hanno colpito l’isola principale dell’arcipelago.
I social sono inondati di proteste di privati cittadini, imprese, gestori di negozi, bar e ristoranti costretti a gettare tutte le scorte di cibo, mentre molte persone dormono all’aperto o in imbarcazioni al mare. Momenti di panico si sono registrati all’ospedale per malattie mentali Mount Carmel, rimasto al buio per molte ore. Cardona ha sostenuto che 80 operai sono impegnati in turni che coprono le 24 ore per riparare i guasti e che “la situazione sta migliorando”. Ma molte zone, come le città storiche di Vittoriosa, Kalkara, Zabbar e Kottonera sono senza energia elettrica da poco dopo la mezzanotte tra giovedì e venerdì, ovvero quasi 48 ore.