Fa un caldo bestia e bisognerebbe almeno cercare di non incazzarsi. Però, per un pubblicitario, è dura: escono campagne sempre peggiori. Prima fra tutte quella del dipartimento per l’Editoria della presidenza del Consiglio dei ministri, contro la droga. Di norma, le pubblicità governative hanno tutte uno stesso problema, non funzionano. Perché lo Stato ripropone il solito atteggiamento top down, paternalistico, e pretende che la sua parola sia sufficiente a indirizzare i cittadini verso le buone pratiche. Ma c’è dell’altro.

Insomma, c’è Roberto Mancini che all’improvviso dice: “Le droghe? Tutte le droghe fanno male”, come se stesse rispondendo a un intervistatore. Stacco su un gruppo di bimbiminkia drogati dai social, di quelli che passano il tempo a guardare il telefonino seduti su una panchina. Appena vedono Mancini si entusiasmano e condividono subito il video pavlovianamente. Mancini lo riceve all’istante (qui ci sono problemi di logica nella sceneggiatura, ma vabbè) ed esclama: “Bravi fatelo girare! Se ne può uscire, vivete le emozioni, quelle vere!”.

Purtroppo, da che mondo è mondo, la pubblicità non può educare ma solo informare. Altrimenti si chiama propaganda. E temo che il mondo politico continui a ignorare la differenza che c’è fra le due cose. Ma poi, anche mettendoci sul piano della propaganda, come può uno Stato, che ha già di suo un’immagine corrotta dalla corruzione politica, dare lezioni di etica? È un po’ lo stesso problema della Chiesa.

Il problema è lo svuotamento dei valori, che ormai nella società attuale restano “valori” soltanto a parole. E così chi usa la comunicazione a fini educativi finisce per attribuirgli una funzione “magica”. Purtroppo, non “basta la parola”, come recitava tanti anni fa una pubblicità per un lassativo. Anzi non serve nemmeno, visto che la pubblicità prodotta dallo Stato fa cagare regolarmente.

E quali sarebbero dunque le “emozioni vere”? Fare sport (idea tipicamente fascista), oppure far girare un video sui social (perché evidentemente i giovani non sanno fare altro). E con un messaggio del genere si pretende di far cambiare idea a una moltitudine di aspiranti cocainomani? Prevedibili le risposte del social, tra cui spicca: “Mancini mi ha fatto venire voglia di drogarmi davvero”. Un flop pazzesco, ma tanto alla presidenza del Consiglio che gliene frega? Possono sempre raccontarsi di “aver fatto qualcosa”.

Così però si buttano miliardi per niente, quando invece si potrebbe sostenere chi davvero è in prima linea nella lotta alla droga e nel reinserimento delle persone, come ad esempio la Fondazione Villa Maraini, organismo della Croce Rossa Italiana che, a fronte dell’immenso lavoro portato avanti, da molti mesi non ha abbastanza fondi per pagare lo stipendio ai dipendenti. Loro non hanno soldi e il governo si diverte a fare spot inutili.

Già un po’ meglio la campagna di Autostrade per l’Italia, promossa nello stesso periodo dalla Polizia di Stato sotto l’alto patronato del presidente della Repubblica. Trama: verso l’ora di cena, un giovane annuncia a sua madre che esce e che non tornerà. Lei gli chiede perché, e lui risponde: “Fra mezzora sarò vittima di un incidente stradale”. Lei, senza scomporsi, risponde “Ah”, come se fosse la cosa più normale del mondo. Lo speaker a quel punto interrompe: “3100 incidenti all’anno non è normale, ma è quello che sta succedendo. Non chiudere gli occhi. La sicurezza stradale riguarda anche te”.

E chi li chiude gli occhi? Forse li chiude il governo verso la droga, le cui cifre sono ben più rilevanti: oltre duemila incidenti stradali all’anno sono causati dall’uso di sostanze psicotrope, la cocaina ha una diffusione ormai capillare a tutti i livelli, dall’operaio al manager d’azienda, e si sta diffondendo fra i giovani anche l’abitudine di drogare le ragazze per riuscire a fare sesso. Altro che “emozioni vere”. Quindi avrei preferito una campagna con Mancini che invita la presidenza del Consiglio dei ministri a smettere di drogarsi con una comunicazione sbagliata, tagliata con forti dosi di propaganda, spacciandola per pubblicità. Avrebbe accettato? Sentite, fa caldo, lasciatemi sognare.

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