di Massimo Marotta
Circa sei milioni di italiani sono residenti all’estero e iscritti all’Aire (Anagrafe degli italiani residenti all’estero). Chi permanentemente, chi temporaneamente, chi per lavoro, chi per studio. Io vivo a Singapore da circa 17 anni e, come tanti connazionali, rientro regolarmente in Italia per periodi più o meno lunghi, trovandomi quindi a dover guidare in Italia. Ma cosa succede se nel frattempo la mia patente italiana è scaduta? Essendo anche membro Comites di Singapore ho avuto la possibilità di ricevere chiarimenti dalla locale autorità consolare che ha spiegato in maniera esaustiva la procedura necessaria.
In base all’articolo 126 comma 9 del Codice della strada (Cds) la patente può essere rinnovata dalle autorità diplomatico-consolari italiane che rilasciano, previo accertamento dei requisiti fisici e psichici da parte di medici fiduciari delle ambasciate o dei consolati italiani, una specifica attestazione, in pratica un talloncino. Esiste comunque l’obbligo per chi ha rinnovato la patente di guida presso un’autorità diplomatico-consolare italiana in uno Stato non appartenente all’Unione europea o allo Spazio economico europeo di rinnovare la patente secondo la procedura ordinaria entro sei mesi dalla riacquisizione della residenza in Italia.
Sembrerebbe tutto relativamente semplice ma, come spesso succede, non lo è.
Il rinnovo della patente secondo la procedura di cui sopra, per qualche motivo poco comprensibile, nell’anno 2023 non risulta comunicato in maniera chiara alle motorizzazioni. Basta verificare usando l’app iPatente, dove la patente rinnovata all’estero risulterà ancora scaduta. Tra le varie difficoltà condivise dai concittadini, la prima è nel noleggiare automobili, cosa abbastanza comune per un cittadino residente all’estero che rientra temporaneamente in Italia.
Ebbene sì, nonostante per legge il rinnovo sia valido a tutti gli effetti, tanti autonoleggiatori, citando politiche aziendali interne, si rifiutano di noleggiare macchine a chi presenta il rinnovo fatto all’estero. Che sia però dovuto al fatto che il rinnovo fatto all’estero non sia visibile in Italia? Dal noleggio di una macchina a un controllo di polizia, la cosa potrebbe trasformarsi in una situazione surreale in cui l’autista armato di telefonino deve cercare di dimostrare la validità della patente mostrando il sito dell’ambasciata a chi invece dovrebbe avere gli strumenti per la verifica.
Per chi, come me, ha una patente estera, è sicuramente più conveniente usare quella accompagnata da patente internazionale o da traduzione rilasciata dalle autorità diplomatico-consolari. Però alla fine si è anche in qualche modo costretti a rinnovare la patente italiana, anche non usandola, perché dopo cinque anni scadrebbe del tutto. Si parla tantissimo di digitalizzazione, quindi è così complicato formalizzare il rinnovo fatto all’estero per evitare i problemi di cui sopra, fatti salvi gli obblighi di legge in caso di rientro definitivo?
Se uno pensasse di poter risolvere la questione rinnovando la patente durante uno dei periodi di residenza in Italia, purtroppo non è possibile. Esiste l’obbligo per chi è residente all’estero di rinnovarla presso l’autorità consolare. Però non nel caso di richiesta per furto, smarrimento o deterioramento, che in quel caso può essere fatta solo agli uffici della Motorizzazione Civile del proprio Comune di iscrizione Aire. Chissà, purtroppo, quante patenti si perdono o si deteriorano da sole.