Novemila arrivi in sette giorni, oltre mille ogni 24 ore, hanno ridotto al collasso l’isola di Lampedusa e l’hotspot che accoglie i migranti partiti dal Nord Africa con presenze fisse che sfiorano dieci volte la capienza. Una situazione critica con il ministero dell’Interno impegnato nel tentativo di “svuotare” il centro, dove si è anche verificata una rissa tra ospiti minorenni che ha provocato 15 feriti. Avviene nel pieno picco degli sbarchi la Conferenza internazionale internazionale sui migranti in programma alla Farnesina con numerosi leader dei Paesi del Mediterraneo, organizzata su iniziativa della premier Giorgia Meloni, che rivendica l’intesa di sostanziale esternalizzazione delle frontiere chiusa con la Tunisia mentre l’emergenza migranti scompare dalla narrazione del centrodestra, nonostante i numeri raccontino di un 2023 assai peggiore degli scorsi anni.
E i quasi 9mila arrivi concentrati negli ultimi sette giorni stanno portando Lampedusa a ‘scoppiare’ nonostante il piano di trasferimenti messo in campo col ricorso a navi militari, aerei e traghetti di linea. Nell’hotspot dell’isola le presenze superano regolarmente le 3mila persone, a fronte di una capienza di 400 posti. Tra gli ospiti ci sono anche mille minori. Tra un centinaio di loro, per lo più tunisini e sudanesi è scoppiata una rissa, sedata dai poliziotti in servizio nella struttura di primissima accoglienza di contrada Imbriacola. I feriti, non gravi, sarebbero una quindicina: la maggior parte ha riportato ferite o contusioni alla testa perché c’è stata una fitta sassaiola.
La conferma di una situazione esplosiva, ben raccontata dai dati ormai scomparsi dalla narrazione delle forze che sostengono la maggioranza, per anni solerti nell’evidenziare ogni sbarco.Gli arrivi via mare quest’anno viaggiano verso quota 85mila, 50mila in più rispetto al 2022. Nel sistema di accoglienza le presenze sono salite a 126mila (erano 92mila lo scorso anno). E si propagano le polemiche di sindaci e presidenti di Regione che si vedono giungere quote di migranti sui territori secondo le indicazioni impartite dal commissario all’emergenza, il prefetto Valerio Valenti. La richiesta al Governo è quella di una cabina di regia per decisioni condivise. Il ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi, si è detto disponibile al confronto, che però ancora non è stato messo in calendario.
Al Viminale di cerca di gestire l’ondata puntando a rafforzare la capienze degli hotspot, a crearne di nuovi in Sicilia e Calabria e ad aumentare anche i centri di primissima accoglienza con il ricorso a tendopoli, come avverrà a Porto Empedocle, nell’Agrigentino, ma solo tra settembre e ottobre. Il ‘punto caldo’ resta in ogni caso Lampedusa, dove solo nelle scorse ore sono arrivati 17 barchini con circa 700 persone e altri 12 sbarchi si erano contati sabato con 480 arrivi. Tutte le imbarcazioni giunte sabato erano salpate da Sfax, in Tunisia, il Paese con il quale la Commissione europea ha appena firmato un accordo – enfatizzato da Meloni – che prevede lo stanziamento di 105 milioni di euro proprio per frenare le partenze. Intanto, però, l’emergenza continua: tra luglio ed agosto si prevedono 50-60mila arrivi. Nel mese in corso sono già a quota 18mila.