Matt Bellamy, Chris Wolstenholme e Dominic Howard sono anche capaci di spiazzare e sedurre ed ecco che qua e là partono le sonorità metal o dance. Ed è per questo che il pubblico si diverte e non si stanca mai di tenere alta la soglia dell'attenzione durante il concerto. E non è cosa da poco
Sul palco un soldato con una maschera geometrica enorme a ricordarci che siamo in lotta, un film animato con scene apocalittiche che viene trasmesso a spezzoni tra una pausa e l’altra dei brani, e poi loro i Muse, in gran forma, per la seconda data italiana allo Stadio San Siro ieri davanti a 60mila persone, come dichiarato dall’organizzatore Live Nation, dopo esser passati dall’Olimpico di Roma il 18 luglio. La band si è presentata così, ferocemente rock contro la catastrofe globale, gli orrori della guerra e il controllo del pensiero. Nello show come nell’ultimo album, “Will of the People”, il messaggio è chiaro: “Ci vuole una rivoluzione”. Ora e subito.
Matt Bellamy e soci, in oltre due ore di show live, hanno non solo trascinato con energia tutti e 60mila presenti ma hanno trasmesso anche messaggi importanti e legati alla stretta attualità. Non manca la simbologia e c’è anche un richiamo a Satana sul palco, in un momento dello show, e in scaletta con “Thought contagion”. Le maschere geometriche indossate dalla band – subito all’inizio con “Will Of The People” che apre il concerto – richiamano un esercito di guardie ribelli. Tra i brani in scaletta “We Are Fucking Fucked” è un catalogo impietoso di disastri che vanno dagli incendi per il cambiamento climatico alle guerre mondiali, Ucraina compresa (“Won’t stand down”). La vibrante “Verona” fa accendere le luci dei cellulari in tutto lo stadio. C’è anche il rock cupo di “You Make Me Feel Like It’s Halloween” con l’introduzione (non a caso) della Toccata e Fuga In D Minore di Bach. Non mancano le citazioni cinematografiche, in particolar modo dell’horror, su “Isolated system” quando sopra l’enorme maschera del soldato che campeggia sul palco appaiono i volti dei mostri di “Scream”, “La bambola assassina” e “Nightmare”, per citarne alcuni. Per il bis arrivano “Kill or be killed”, che non lascia alcuno scampo perché la band punta il dito su un futuro fatto di psicopatici e sui conflitti senza mai fine, e sul finale di “Knights Of Cydonia” c’è anche un pizzico di Italia con il Maestro scomparso Ennio Morricone (da “C’era una volta in West”).
Ma Matt Bellamy, Chris Wolstenholme e Dominic Howard sono anche capaci di spiazzare e sedurre ed ecco che qua e là partono le sonorità metal o dance. È per questo che il pubblico si diverte e non si stanca mai di tenere alta la soglia dell’attenzione durante il concerto. E non è cosa da poco. La rivoluzione è pronta, almeno per chi c’era ieri.
Il Will of the People World Tour è partito in America, poi in Europa, con tappe in Gran Bretagna, oltre che in Austria, Olanda, Germania, Francia e Svizzera, toccando i più importanti stadi e festival del continente. Il tour si concluderà il 2 ottobre a Londra.
LA SCALETTA DI SAN SIRO – 1. Will of the people 2. Interlude 3. Hysteria 4. Drill Sergeant/Pyscho 5. Map Of The Problematique 6. Resistance 7. Won’t stand down *Kobk Remix 8. Compliance 9. Thought contagion 10. Verona 11. Interstitial Parkour 12. Time is running out 13. Isolated System 14. Undisclosed desires 15. You make me feel like it’s Halloween 16. Madness 17. We are fucking fucked 18. The dark side 19. Supermassive black hole 20. Interstitial Driving 21. Plug in Baby 22. Behold, the glove 23. Uprising 24. Prelude Starlight 25. Sim Theory Theme BIS 26. Kill or be killed 27. Knights of Cydonia
(Foto Maria Laura Arturi)